"Quadris, a dodici anni luce dalla Terra. Era la nostra casa finché un'armata intergalattica non l'ha conquistata. Io ho combattuto al fianco della famiglia reale, ma invano. Persino i loro straordinari poteri non sono bastati. Insieme al principe ereditario sono scappato sul vostro pianeta, dove lui sta crescendo e sviluppando i suoi poteri finché, un giorno, non tornerà a liberare la sua gente." (Il monologo di Walt all'inizio di ogni episodio)
All'inizio degli anni Ottanta i principali network televisivi americani si stavano dando battaglia per conquistare il maggior pubblico possibile. Nulla di diverso da quanto conosciamo, non fosse che in quegli anni la concorrenza era limitata a pochi canali di punta e il pubblico stesso, meno abituato a produzioni articolate e innovative, non era (ancora) particolarmente esigente. Con l'esculsione di poche serie rimaste nella storia del piccolo schermo (M.A.S.H. per citarne una), i produttori non erano interessati a nulla di realmente nuovo o di rottura, ma solo ad intrattenimento più o meno intelligente. Le produzioni fantasy e di fantascienza sembravano la risposta ideale: attiravano e stupivano grazie ai nuovi effetti speciali a disposizione della televisione, che per la prima volta poteva permettersi "trucchi" che oggi possono far sorridere, e potevano essere costruite attorno a storie volutamente leggere e lontane da argomenti scomodi.
Il Principe delle Stelle (in originale The Powers of Matthew Star) è una di queste serie. Prodotta dalla NBC, è durata solo 22 episodi, dal settembre 1982 alla primavera dell'anno successivo, ma all'epoca si attirò un pubblico affezionato, anche se troppo picccolo per i gusti della produzione. In realtà avrebbe dovuto andare in onda alcuni mesi prima, ma durante le riprese di uno dei primi episodi il protagonista, Peter Barton, si ustionò gravemente e rimase lontano dal set per ben tre mesi. In questo periodo cambiarono il titolo, (che inizialmente avrebbe dovuto essere "The Powers of David Starr"), e alcuni dettagli, ma il più della storia era ormai delineato.
Come si può dedurre dal monologo riportato in apertura articolo, le avventure di Matthew mescolano senza pudore fantascienza, paranormale e un tocco di fantasy. Il tutto condito da una storia di partenza che sa di cappa e spada e che deve non poco a Star Wars.
All'apparenza un normale liceale americano, Matthew Star (Peter Barton) è l'erede del pianeta Quadris, fuggito sulla
Terra ancora bambino in seguito alla conquista del suo mondo. Da allora è cresciuto sotto la protezione di D'Hai, ora noto come Walt Sheperd (Lou Gossett Jr.), guerriero fedele alla casa reale. Di puntata in puntata, seguiamo le avventure di Matthew alle prese sia con il non facile periodo dell'adolescenza che con problemi un po' meno comuni, come gli emissari dei suoi nemici che vorrebbero impedire al giovane di diventare la nuova guida del suo popolo. Una vita in fuga, cercando contemporaneamente di diventare un leader, di sviluppare i propri poteri e di conquistare la ragazza più carina della scuola.
Dato il calo di ascolti, a metà stagione la serie subì alcuni cambiamenti radicali con l'intenzione di renderla un po' più adulta e di accentuare le componenti da spy-story. Le storie riguardanti i coetanei e la vita scolastica di Matthew furono quasi totalmente abbandonate, e Matthew e Walt iniziarono – non si sa bene come – a collaborare segretamente con il governo americano, che da parte sua si impegnava a mantenere segrete le loro origini. In fondo è logico; in piena epoca reganiana un alieno eroico e buono come il nostro non poteva non mettere i propri poteri al servizio del paese.
Com'è intuibile, il telefilm sceglie un approccio piuttosto "facile", senza approfondire davvero nessuno degli aspetti più interessanti della storia. Un peccato, perché volendo il materiale c'era, dalla sofferenza di sentirti diverso al problema dell'identità del protagonista. Per Matthew Quadris è poco più di un nome: il ragazzo non ha ricordi del pianeta natale e considera casa la Terra, ma tutta la sua esistenza è comunque tesa allo sforzo di tornare là. Ironicamente è il pianeta d'origine che rischia di essere il vero luogo alieno. Peccato che questi temi siano stati appena sfiorati in favore di soluzioni più comode. Matthew è inquieto e insicuro del proprio destino (qualcuno ricorda Luke?), ma tutto il suo disagio resta sempre entro i rassicuranti confini del singolo episodio, alla fine del quale è sempre risolto positivamente. Il rapporto con Walt attraversa ali e bassi, ma anch'essi non sono mai troppo seri.
Insomma, l'idea di fondo sembra essere stata quella di puntare sugli aspetti più avventurosi e di intrattenimento, stando ben lontani da riflessioni più serie e di altro peso.
Tra i pregi della serie va invece ricordata una certa ironia di fondo e la capacità dei protagonisti di non prendersi sempre sul serio. Inoltre, l'improbabile duo composto da Gossett e Barton funziona piuttosto bene sullo schermo.
Da noi Il Principe delle Stelle è arrivato nel 1985, e da allora è stato trasmesso più volte dalle tv private. Chi l'ha visto da ragazzino forse ricorderà il fascino esercitato dagli effetti speciali, dalle storie semplici e avventurose (con alcune sceneggiature al limite dell'umorismo involontario) e – almeno su parte del pubblico – dagli occhioni azzurri di Peter Barton. Meno affasciante la capigliatura del nostro eroe, che tanto ricorda il casco di Darth Vader e ha l'aria altrettanto solida.
In seguito la carriera di Barton non è stata sfolgorante, ma l'attore si è fatto un nome come attore televisivo e soprattutto come protagonista di soap-opera. Discorso diverso per Lou Gossett Jr., professionista capace e sensibile, nonché uno dei volti più noti tra gli attori di colore del cinema americano. Molti lo ricorderanno per il ruolo del sergente istruttore in "Ufficiale e Gentiluomo", curiosamente uscito proprio nello stesso anno della serie tv. Nel 2005 Gossett ha partecipato all'omaggio dedicato dall'Academy a Sidney Poitier in occasione del suo Oscar alla carriera.
Un dettaglio curioso. Per la parte del protagonista Peter Barton ha battuto un concorrente illustre: Tom Cruise.
2 commenti
Aggiungi un commentoBeh, comunque all' epoca c' erano soprattutto serial poliziesco o d' azione come "Magnum P.I.", L' "A-Team", "Supercar" ecc.
Su livello simile a questo mi pare fecero "Battlestar Galactica" e "Buck Rogers" solo.
Quando ho visto il titolo: speravo si parlasse di questo telefilm! E ne sono stato premiato! Lo ricordo molto bene Mattewh Star, mi piaceva tantissimo e anche se aveva concorrenti come SuperCar il telefilm a quell'epoca era molto originale...
Peccato che non l'abbiano fatto, ma un film su questa tf ci starebbe molto bene!!!
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