Ci sono draghi malvagi anche nei romanzi della Trilogia dell’Eredità di Christpher Paolini, di cui il primo volume, Eragon, è diventato un film diretto da Stefen Fangmeier. Qui Cavalieri dei Draghi hanno un rapporto telepatico coi loro bestioni, che sono intelligenti, formidabili in battaglia e capaci nella magia. Il malvagio re Galbatorix, quando era ancora Cavaliere, quasi impazzì per la morte del suo primo drago e rubò un secondo cucciolo, il drago nero Shruikan. Quando il drago crebbe fino alla maturità, Galbatorix e i suoi Tredici Rinnegati sterminarono tutti i Cavalieri buoni.
E a proposito di cinema, in Dungeons & Dragons, diretto da Courtney Solomon nel 2000, i draghi sono agli ordini del malvagio mago Profion, interpretato da Jeremy Irons. Un film pieno di cavalieri vestiti da lottatori di Wrestling e effetti speciali piuttosto imbarazzanti, che viene spesso evitato come la peste dai fan, ma che non manca del suo zoccolo duro di appassionati, che ne apprezzano l’involontario umorismo.
Il drago del lago di fuoco di Matthew Robbins, uscito nel 1982 e quindi privo di effetti speciali digitali, riuscì invece a racimolare due Oscar, per trucco e musiche, e ancora oggi viene apprezzato dagli appassionati. La storia è quella di un giovane apprendista mago (Peter MacNicol), destinato a liberare la sua bella (Caitlin Clarke), prigioniera appunto del drago malvagio.
Fra le pellicole più recenti non può mancare il cult movie Il regno del fuoco, uscito nel 2002 per la regia di Rob Bowman. Il film è ambientato in un futuro molto prossimo, dove una piccola comunità in una Londra ormai in rovina, cerca di sopravvivere al regno di terrore di un mostruoso drago sputafuoco e della sua progenie. Capo dei vigili del fuoco è Quinn, un barbuto Christian Bale.
Grandi, potenti e saggi
Al cinema e in letteratura i draghi hanno spesso finito per seguire la loro vocazione al male. Perfino col Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien e l’avvento della fantasy moderna, il drago non ha avuto all’inizio molti fan dalla sua parte. Basti pensare proprio al terribile Smaug, classico mostro medievale a guardia del tesoro. Nella stessa saga di Harry Potter, l’autrice J.K. Rowling si diverte a inventare varie specie di drago per l’universo magico del suo occhialuto eroe, ma declassa i nostri bestioni a poco più che grossi animali selvatici, senza attribuirgli particolare intelligenza né bontà.
Non mancano, per fortuna, gli esempi letterari di draghi buoni. Impossibile non citare di nuovo il lavoro della strafamosa coppia di autori Margaret Weis e Tracy Hickman, che coi cicli di Dragonlance (un franchise che conta decine di libri scritti da autori diversi), il Ciclo di Death Gate e il Ciclo della Pietra Sovrana fanno ampio uso di draghi saggi e forti nelle loro storie.
Citiamo la prima serie di romanzi, Le Cronache di Dragonlance, dove compaiono draghi buoni e cattivi, distinti a seconda dei colori. Qui il drago è una sorta di essere appena al di sotto degli dèi, dotato di vita più lunga di qualsiasi altra creatura, di magia e d’intelletto superiori. Le stesse divinità annoverano tra le loro molteplici forme quelle di un drago: la malvagia Takhisis ha cinque teste una per ogni colore dei draghi malvagi, mente il buon Paladine ha la forma del Drago di Platino, lassù nel firmamento dove ha il suo posto. Starà agli Eroi della Lance guidati dal barbuto Tanis Mezzelfo il compito di svegliar ei draghi buoni. Paramount produrrà un film d’animazione per adulti in computer grafica basato proprio sul primo libro di tutta la serie: I draghi del Crepuscolo d’Autunno.
In termini un tantino più fantascientifici anche la scrittrice Anne McCffrey ha dedicato un intero ciclo di romanzi ai draghi. stiamo parlando dei Dragonieri di Pern, cavalieri del pianeta Pern che montano draghi frutto dell’ingegneria genetica, capaci di spostarsi nello spaziotempo.
Mitico il fortunadrago Falkor, una specie di drago cinese con il muso da cane, nella Storia Infinita di Michael Ende. Questo capolavoro della letteratura di tutti i tempi è diventato anch’esso un film nel 1984, per la regia Wolfgang Petersen; criticato da molti appassionati del libro, ma amato da milioni di fan.
Approdando al cinema incontriamo il pacioccone Elliott, il drago invisibile, portato sugli schermi dalla Disney nel 1977, per la regia di Don Chaffey. Elliott era un cartone animato, montato in post produzione accanto a attori e scenari reali.
Qualcuno ricorderà anche Grisù, simpatico draghetto televisivo, indegno figlio del distruttivo papà: il piccolo vuole fare il pompiere.
1 commenti
Aggiungi un commentobellissime le prime 5 parti dell'articolo, complete e approfondite in molti aspetti, sono rimasto incantato leggendo del drago nelle varie culture; la sesta c'entra poco, e risulta anche abbastanza noiosa. quella cinematografica non è cultura, ma una rimanipolazione di essa ad uso e consumo dello spettatore che ha solo voglia di staccare il cervello bombardandosi di contenuti semplici e immagini luminose!
questa comunque è solo una modesta opinione!
stilisticamente devo complimentarmi per tutto l'articolo (sesta parte compresa) per la completezza dele nozioni e tutto il lavoro svolto.
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