Con il senno di poi, avendolo giocato dall’inizio alla fine, forse si capisce meglio perché Activision Italia abbia scelto proprio Gabriele Dell’Otto per un’iniziativa che sarebbe bello non si esaurisse con il videogame Marvel: La grande alleanza. Perché anche Marvel: La grande alleanza è un po’ una Guerra segreta, il fumetto scritto da Brian Michael Bendis e illustrato da Dell’Otto a cui il crossover supereroico per Pc e console (a marzo la versione Playstation 3) sviluppato da Raven si ispira. E così, mentre in Usa si è pensato di offrire una riedizione ad hoc della miniserie riservata ai primi che ordinassero il gioco, con la copertina dell’albo ridisegnata apposta dall’artista romano, i responsabili della filiale locale dell’editore americano sono andati oltre, facendo firmare a Dell’Otto direttamente quella del videogame e trasformando una scatola per dvd in un piccolo oggetto da collezione. L’idea, che ha diverse implicazioni e offre molti spunti interessanti per vecchie questioni insolute, dalla lotta alla pirateria all’emancipazione del digital entertainment, si deve a Paolo Pastorelli, senior brand manager di Activision Italia e appassionatissimo di fumetti, rimasto folgorato dopo aver conosciuto il disegnatore all'edizione 2005 di Lucca Comics.

Non è difficile capire cosa abbia colpito Pastorelli. A parte l’abilità con matita, chine e colori, che si può osservare sfogliando il libro The Marvel Art of Gabriele Dell’Otto (Paninicomics), Dell’Otto è l’artista del fumetto che piacerebbe sempre incontrare: disponibilissimo, schietto e con la battuta pronta, con lui si potrebbe chiacchierare piacevolmente di comics – e non solo – per ore. Speriamo lo si possa comprendere almeno un po’ leggendo la nostra trascrizione di una lunga chiacchierata che ha avuto luogo a Milano, in occasione della presentazione ufficiale del videogame Marvel: La grande alleanza, e in cui Dell’Otto parla del suo lavoro, dell’esperienza con Activision, di film e di fumetti. Poi il consiglio è di non perdersi la galleria delle illustrazioni, che raccoglie anche qualche interessante dietro le quinte, e, se vi capita, di passare a una convention per incontrarlo di persona.

Come se le cava con i videogiochi?

Il mio rapporto con i videogiochi è ottimo; è il loro con me che è pessimo (ride, ndr). Sono un giocatore di videogame, ma soprattutto ne sono un fruitore a livello visivo. Mi godo la loro bellezza a livello di atmosfere, di dettaglio. Il trailer di Marvel: La grande alleanza, quello del filmato iniziale, l'avrò visto un ceninaio di volte: bellissimo. Quando ero più piccolo mi divertivo molto anche a giocare, forse anche perché dal punto di vista visivo erano meno coinvolgenti.

Ha un genere preferito? Tipo i videogame di azione, sulla falsariga di Marvel: La grande alleanza?

In giochi come questo mi definisco “incompetente”; preferisco tipologie più rilassanti. C’è anche da considerare che una media di dodici ore di disegno al giorno levano la voglia di mettersi davanti allo schermo per giocare. Nei periodi di vacanza ho sicuramente più tempo libero, ma preferisco in generale soprattutto guardare, fare lo spettatore.

In Marvel: La grande alleanza si ha la possibilità di impersonare molti supereroi famosi. Quale sceglierebbe per giocare?

Sempre Wolverine, per il gusto di tirar fuori gli artigli. Anche Cap l’ho trovato divertente, specie quando ho scoperto che col joypad si può manovrare lo scudo durante i lanci. Per dare una risposta più esauriente, avrei però bisogno di un partner che mi sbloccasse tutti i personaggi (ride, ndr).

Come sono stati scelti i supereroi della copertina, che sono poi anche i primi a incontrarsi nel gioco?

In base alla loro popolarità nel nostro Paese. I quattro personaggi della copertina sono quelli che in Italia “spaccano”: Wolverine, Spider-Man, Captain America e Thor. Insieme a loro sarebbe potuto entrare anche Devil, ma nel caso specifico non poteva essere parte in causa, perché all’inizio del gioco non c’è.

Quindi, se la copertina fosse stata pensata per un altro Paese, probabilmente sarebbero stati diversi anche i protagonisti immortalati sulla confezione?

Tra il mercato italiano e il resto del mondo cambiano alcune cose. Spider-Man e Wolverine sono popolarissimi ovunque. Cap, in certi Paesi dell’Europa, ad esempio in Germania, è invece invendibile. Nel comicdom universale Marvel, il personaggio più famoso in assoluto è Spider-Man, e questo vale per i lettori di qualunque età. Poi, ovvio, ci sono le eccezioni, le passioni di ciascuno. Ma alcuni punti fermi rimangono. Come i personaggi impossibili da cambiare, primo fra tutti proprio Spider-Man. Se si volesse fare un crossover con uno Spider-Man cattivo ci sarebbe da litigare. È per tutti il ragazzo della porta accanto. Metà dei fan, di cui faccio parte, sarebbe contenta, ma l’altra metà no.

Che margine di libertà ha un illustratore di fumetti?

All’inizio alla Marvel mi sono dovuto confrontare con il no dell’editor sulle cose che volevo sperimentare. Sono rapporti che crescono e si consolidano man mano con gli anni. Oggi è sempre l’editor che dà le direttive, ma dove mi lasciano fare, il risultato che si ottiene è sicuramente meno ingessato.