Inger Edelfeld è nato a Stoccolma nel 1956 e ha amato la lettura di storie fantastiche e il disegno fin da ragazzo. Pur avendo portato avanti studi diversi, ha continuato a disegnare studiando da autodidatta e facendo dell'illustrazione una professione verso la metà degli anni Settanta. Nel 1977 ha scritto il suo primo libro, a cui sono seguiti altri racconti e alcuni fumetti, ma tra tutta la sua produzione le opere per cui è più noto restano quelle legate al mondo del Signore degli Anelli di J.R.R.Tolkien, di cui ha illustrato l'edizione svedese.
Edelfeld non è il migliore illustratore tolkieniano, né per tecniche né per stile, ma è sicuramente un autore dotato di carattere e con una visione molto personale. Ama lavorare con mezzi tradizionali, soprattutto tempera e acrilico su carta e tavole, e ha affinato la cura del dettaglio in maniera estrema facendone una delle sue principali caratteristiche. Particolarmente originali sia i colori, spesso lividi e asciutti (quando non proprio cupi), sia i tagli diagonali e allungati delle prospettive. La sua visione della Terra di Mezzo è quella di un luogo complesso, non gentile o a misura di bambino ma popolato di creature – in un modo o nell'altro – aliene, diverse.
Come ha detto lui stesso in passato, uno dei suoi personaggi preferiti è Gollum, di cui ha realizzato una versione particolamente felice, non a caso molto simile a quanto avrebbe portato sul grande schermo Peter Jackson anni dopo. Curiosamente, per le fattezze della creatura Edelfeld si è ispirato a se stesso, disegnandosi davanti allo specchio. Meno felice il suo rapporto con gli elfi: che lo ammetta o meno, ogni illustratore ha dei punti forti e altri meno validi. Oggetti, paesaggi o personaggi che riescono particolarmente bene e altri che, per quanto ci provi, non ottengono lo stesso risultato. Il tallone d'achille di Edelfeld sono proprio gli elfi, come ha ammesso lo stesso artista con schiettà onestà: "Ho tentato ripetutamente di disegnare anche gli elfi, ma mi sono sempre riusciti degli esserini simili a statuette di marmo con gli occhi di vetro e capigliatura somigliante ad un budino."
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