Il bandito

Nato in uno dei più antichi casati senesi, Ghinotto di Tacco detto Ghino segue ben presto le orme del padre, dal quale impara l’odio per i signori di Siena. Tacco di Ugolino, poi condannato per rapina e per aver dato alle fiamme il castello di Torrita, fu giustiziato nel 1286, assieme al fratello e al figlio Turino, su sentenza del giurista Benincasa da Laterina. Il giovane Ghino, graziato perché minorenne, comincia qualche anno dopo le scorrerie verso i Senesi e sceglie come rifugio Radicofani, borgo posto sul tracciato dell'antica via Francigena e allora conteso tra lo stato Pontificio e quello di Siena. Secondo le leggende che vogliono Ghino di Tacco un bandito gentiluomo, prima di estorcere del denaro alla vittima di turno il brigante si informava sui suoi reali possedimenti, lasciando al malcapitato sempre di che vivere. Nessuna pietà invece per il giustiziere del padre, nel frattempo trasferitosi con un alto incarico a Roma. Benincasa se lo ritrovò davanti nel tribunale del Campidoglio, al comando di quattrocento uomini, e fu quella l’ultima visione della sua vita, perché l’istante successivo il bandito di Radicofani gli aveva tagliato di netto la testa e l’aveva infilata in una picca per portarla in trionfo nel suo covo.

Il rifugio

Della rocca di Radicofani se ne parla per la prima volta nel 973. Numerose volte contesa per il fondamentale ruolo strategico che ricopriva a controllo della via Francigena (dalla fortezza si ha inoltre un ampio panorama su tutto il territorio posto fra il monte Cetona, la val d'Orcia e il monte Amiata), papa Adriano IV la fortificò per arrestare l’avanzata di Federico Barbarossa. Eppure, fino al XV secolo, il gigante di pietra presentava un punto debole: una piccola imperfezione, che però fece accadere un episodio considerato unico nella storia delle fortificazioni. I Senesi, preoccupati che un tratto della Francigena non fosse completamente controllabile, lo bloccarono e costruirono una nuova strada che passava sotto la fortezza. L’ultimo, grande scontro per la rocca avvenne nel 1555, quando le forze imperiali la assediarono e la bombardarono pesantemente.

La festa

Si comincia sabato 26, alle 16.30, con un convegno che sarà incentrato sulla figura di Ghino di Tacco. Parleranno al pubblico Franco Cardini e Riccardo Terziani.

Verso le 17.30, il dibattito La via Francigena ai tempi di Ghino. Concluderà il convegno l'incontro delle 18, con il discorso del presidente della regione Toscana. Gli spettatori saranno poi accompagnati alla chiesa di san Pietro, dove avverrà un concerto di musica da camera. Infine, grande cena medievale in fortezza.

Il programma di domenica 27 prevede, alle 10, un corteo di sbandieratori, che raggiungerà la chiesa di san Pietro e, da lì, la fortezza, dove nel frattempo avrà preso il via la sagra vera e propria, con mercatini di oggetti antichi e accampamenti militari medievali.

Alle 12.30, il saluto ufficiale del Castellano.

Alle 13 il banchetto storico con pranzi tipici del medioevo accompagnati da musici.

15.30 spettacolo del Giullarcortese

16.30 dimostrazione di arte del combattimento trecentesca

17.30 rievocazione storica del passaggio dell'Imperatore Federico II a Radicofani

18.30 spettacolo medievale

19.00 cena medievale in un'osteria del paese

21.30 spettacolo del Giullarcortese

23.30 gran finale con spettacoli vari

L'ingresso alla festa costa 7 euro.

Menu medievale: 20 euro (necessaria la prenotazione).

Ulteriori informazioni: Ufficio turistico di Radicofani, 338/8813774