Una casa fluttuante nelle profondità dello spazio oltre la Luna è probabilmente la residenza migliore per gli amanti della tranquillità. Per gli amici, ma anche per i visitatori sgraditi, infatti, non è proprio comodo andare a suonare il campanello. Ma quando qualcuno appartenente a quest’ultima categoria decide di annunciarsi alla porta, abitare in un luogo così isolato può diventare improvvisamente spiacevole.
È quello che scoprono Art Mumby e sua sorella Myrtle nel nuovo romanzo di Philip Reeve, Art Mumby e i pirati dell’eternave.
Philip Reeve, nato a Brighton nel 1966, ha sempre avuto la passione per la narrativa. Le sue prime storie risalgono a quando aveva cinque anni, anche se il primo romanzo gli viene pubblicato nel 2001. Fra i sogni di un bambino e l’affermazione come scrittore ci sono anni di lavoro come libraio e come illustratore di libri per l’infanzia.
Risale a sei anni fa Macchine Mortali, romanzo che riscosse un immediato successo. A questa prima storia sono seguite nel 2003 Freya delle lande di ghiaccio, traduzione di Predator’s Gold, Infernal Devices nel 2005 e A Darkling Plain nel 2006. I quattro romanzi costituiscono le Hungry City Chronicles, nelle quali, in un remoto futuro post-apocalittico, intere città si muovono su ruote dentate per andare a divorarne altre.
La prima ispirazione per le vicende di Art Mumby Reeve l’ha avuta visitando il londinese museo della scienza. Curiosando tra le attrezzature scientifiche in uso durante il XIX secolo, ha deciso che sarebbe stato divertente riproporle in un romanzo fantascientifico. Da questa suggestione iniziale l’autore ha sviluppato una trama che inizia nel futuro, ma che nasconde un mistero legato all’Esposizione Universale di Londra del 1851. Ed è proprio lì che dovrà cercare di arrivare il giovane Art.
Ad avvicinare ancora di più quest’opera alle atmosfere di quelle di H. G. Wells e Jules Verne, due autori amati da sempre da Reeve, concorrono le illustrazioni. Eseguite da David Wyatt, rigorosamente in bianco e nero, richiamano molto da vicino le incisioni su rame che accompagnavano i testi pubblicati un paio di secoli fa.
Prima di lavorare per questo romanzo Wyatt si era già accostato alla letteratura fantasy illustrando opere di numerosi autori, fra cui John R. R. Tolkien, Terry Pratchett, Philip Pullman e Diana Wynne-Jones.
Le avventure sono narrate in prima persona dal loro protagonista, e il suo sguardo spesso irriverente nei confronti di ciò che lo circonda contribuisce a dare leggerezza alla storia. A questo racconto sono inframmezzate pagine del diario della sorella di Art che, con il loro tono compassato, forniscono un ottimo contraltare alla principale voce narrante.
Ogni capitolo è aperto da un breve sottotitolo di sapore ottocentesco, che contribuisce a dare un sapore molto particolare alla lettura.
Attualmente l’autore sta lavorando al seguito di questo romanzo.
Art Mumby e I pirati dell’eternave, di Philip Reeve (Larklight, 2006, Mondadori, collana I Grandi, pag. 341 - € 16,00)
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