Non c'è spazio, quindi, per la sconfitta. Arkea non deve cadere, non fintanto che lui sarà in vita, almeno. Quando poi il suo corpo arderà sulla pira, che ci pensino quegli scellerati dei suoi figli a scannarsi per la Prima delle Città, riducendola a brandelli.

Un epilogo ignominioso, beffardo, che paradossalmente consacrerebbe Antemion come l'ultimo "grande" sovrano arkeo. Menzogne della memoria storica.

"Che bel esempio di bastardo" penso, sogghignando.

Percepisco un passo pesante alle mie spalle. Poi un respiro sano, controllato, anche se leggermente provato. Non mi giro neanche. So chi è. Lo aspettavo.

- Resto dell’idea che un guerriero dovrebbe essere più silenzioso – commento, con ironia.

- Dipende dal tipo di combattimento che intende intraprendere.

- Hai il fiatone – esagero.

- Vorrei vedere te, con tutto 'sto armamentario addosso.

In effetti, si è messo su un bel po’ di bronzo, legno massiccio e cuoio. La panoplia delle grandi occasioni.

- Potevi lasciar perdere lo scudo, no? – Solo quello deve pesare un’infinità.

- Scherzi, guarda che meraviglia di lavorazione! Di questi tempi, non trovi di meglio – obbietta lui, indispettito. A volte mi chiedo se sia davvero così genuinamente scemo. Ci sarebbe una logica, in questo.

- Hai intenzione di scendere in campo, presumo...

- Vediamo come si mette. Ci sarà da divertirsi comunque.

Beato lui, io non mi diverto mai. Mai.

- E’ stato difficile? – chiedo.

- No. In sostanza, non avevano scelta.

- Vuoi sedere?

- No – replica secco. Per lui l'educazione di un "grazie" cortese non esiste. Si piazza di fianco a me. Appoggia lo scudo al tronco e pianta la lancia a terra. Poi, osserva il campo di battaglia. Noto il suo sguardo attento, che si fissa su ogni particolare, analizzandolo ed elaborandolo in chissà quali elucubrazioni tattiche. Annuisce con la testa, poi storce la bocca, quindi borbotta qualcosa tra sé. Immagino di non essere molto differente, da questo punto di vista, io. Si diventa così, con la forzata solitudine.

La mia attenzione torna alle armate.

All'inizio della stagione delle messi, Kratos è un lago dorato che ondeggia carezzato da un vento asciutto che, dopo aver flagellato gli altopiani settentrionali e percorso gran parte della penisola, ha consumato tutto il suo impeto. Su queste terre affronta serafico la fine, baciando la vita di quelle spighe vigorose.

Ma questa non è la stagione delle messi. Questa è l'estate che volge rapida al termine: le giornate sono a tratti ancora soffocate dallo scirocco afoso alitato dal mare, tuttavia le notti fresche si fanno fredde. Presto le umide brezze diurne cesseranno di spirare, mentre il sole diverrà tiepido.

Il tempo della semina si approssima. Eppure, là sotto, la valle di Kratos è invece pronta per la mietitura.

Fase di stasi. Sono momenti cruciali: fra non molto, da una delle due parti, scatterà il segnale dell'avanzata. Brasida pare propenso ad attendere che gli Arkei muovano per primi.

- Preparatevi! – ordina, e la voce passa da comandante a comandante. – Escano dalle fila gli attendenti. Tacete e ponete attenzione ai comandi! Raccogliete le armi!

In quella, un araldo di Antemion oltrepassa la prima linea, avanza cautamente ostentando i simboli della tregua.

- Aspettate – avverte il generale di Mirinto.

L'araldo si ferma in mezzo alla terra di nessuno.

- Sua maestà Antemion, sovrano di Arkea, signore dell'Urdea, di Nissaglia e Thiride, offre pietà a Mirinto. Si arrenda re Niso, riconosca la sovranità di Arkea, getti le armi il suo esercito. Tutti avranno salva la vita. – Nel tentativo di tenere alti i toni, il portavoce arkeo rischia di incespicare in un ridicolo falsetto.

Fischi e lazzi, oscenità e rabbia, si levano in risposta dall'armata mirinzia.

Niso chiama a sé il proprio araldo che, istruito, a sua volta raggiunge la terra di nessuno.  - Mirinto è terra sovrana. Se Arkea la vuole, ci provi combattendo. Il suo popolo è pronto a difenderla!

- Non male – commenta accanto a me l'altro spettatore, mentre è la volta dei soldati arkei ad abbandonarsi a volgarità e insulti.

- Ho sentito di meglio – ribatto.

Il portavoce mirinzio non ha finito. – Re Niso propone di incontrare re Antemion, prima che parlino le armi.

L'arkeo annuisce, volta le spalle, ritorna alla propria formazione. E' appena a metà strada quando Antemion entra in scena con teatralità.

Dalla sua posizione arretrata e centrale, ha ordinato all'auriga di avanzare rapido e portarsi immediatamente in testa all'esercito, fendendo l'allineamento piuttosto di aggirarlo sui lati. Senza troppi complimenti per chi non si scosta per tempo dalla traiettoria. La mossa impulsiva crea un momento di confusione, dalla mia posizione è palese. Dopo poco, le fila dei soldati si aprono disordinate, eruttando la biga reale, che irrompe nella visuale del nemico. L'auriga porta il cocchio a qualche decina di passi dal proprio schieramento, poi blocca i cavalli obbedienti.

- Re Antemion è qui! – annuncia da sé il tiranno. Il timbro della sua voce è possente: un maglio sonoro che percuote il silenzio. Autorevole e convincente.

Passano pochi istanti, in cui nessuno osa fiatare. Antemion ne approfitta per far apparire lungo ciò che è breve. - Allora, Niso, quanto indietro tra le fila dei tuoi sudditi ti sei nascosto con il tuo carro? Quanto dobbiamo aspettarti?

A quel punto, anche Niso fa la sua apparizione: il suo carro, dopo aver aggirato il fianco sinistro della falange, raggiunge una posizione intermedia tra la propria armata e il sovrano arkeo.

- Scusa il ritardo, Antemion, per mia fortuna gli scudi di Mirinto sono strettamente serrati gli uni agli altri. Inoltre, la biga di Niso non calpesta la propria gente.

- Ah-ah-ah!  - Trovo la risata plateale, forzata. - Ti ricordavo spiritoso, ragazzo, ma non fino a questo punto.

- E' normale che i vecchi perdano un po' di memoria, non devi angustiarti. In fin dei conti, sono passati alcuni mesi dalla mia incoronazione. E poi, considerata la sbronza che ti prendesti per onorare la tregua che accompagnò i funerali di mio padre, è normale che i tuoi ricordi siano sbiaditi.

- Colpa del vino di pessima qualità che producono le tue misere terre, Niso.

- Misere? Allora perché interessano tanto alla prospera Arkea?

Già. E' quello che probabilmente si stanno chiedendo tutti. Mirinzi e Arkei. Antemion è incastrato? Non credo, è una vecchia volpe.