Per sette anni è stato un telefilm di grande successo. In onda dal 1996, più di cento episodi, Buffy, l’eroina che combatte i demoni, ha chiuso per mancanza di idee.

John Whedon, il suo creatore, ha esaurito la vena, e su Buffy e sulle sue miracolose gesta è calato il sipario.

Non sappiamo se in Italia vedremo l’ultima serie, è appena terminata la sesta. Di sicuro Buffy, l’ammazzavampiri è stato maltrattato dalla nostra televisione. Ha subito censure, tagli e una messa in onda che spesso non rispettava la cronologia della serie. A dispetto di ciò è riuscito a essere uno dei telefilm più amati dai teenagers.

A questo poposito Massimo Introvigne ha scritto:

La serie, peraltro, ha molti meriti, da più di un punto di vista. Con qualche inevitabile caduta di tono, la trama di Whedon è credibile, e pur grotteschi, come devono essere, i mostri riescono quasi sempre a non diventare ridicoli. Il lato comico della vita liceale e le battute di spirito a getto continuo dei protagonisti esorcizzano per il pubblico più giovane gli aspetti più inquietanti dell'horror. Alcuni degli attori - a partire da Buffy, Sarah Michelle Gellar, che è nel mondo del cinema da quando aveva quattro anni e che la serie ha consacrato come un'istituzione americana - sono decisamente più bravi della media. Soprattutto - come tutti i critici hanno notato - la vita al liceo di Sunnydale e il confronto con i mostri sono una potente metafora delle esperienze quotidiane sia dei figli, sia dei genitori americani (il che spiega perché la serie ha anche un affezionato pubblico di adulti. La "bocca dell'inferno" collocata in California esprime la disillusione di fronte al declino del New Age, in una fase in cui si ha paura delle energie negative più di quanto non si apprezzino quelle positive.

Addio Buffy, la nostra Sunnydale è rimasta senza la sua Slayer. Speriamo che qualcuno ne prenda il posto e continui a fermare tutte le più sinistre forze occulte che minacciano di emergere e invadere la Terra (televisiva, s’intende).