Il prossimo week-end le verrà dedicata una mostra monografica a Palazzuolo sul Senio. Cosa ne pensa della manifestazione?
Sono molto ansioso di vedere come sarà esattamente. Non conosco il luogo, ma Davide Martini, curatore della manifestazione, mi ha mostrato foto molto interessanti e sembra una splendida cornice per immagini a tema fantastico.
Una mostra monografica sul fantasy non è cosa così comune in Italia, soprattutto organizzata con la serietà dedicata a questa occasione.
L'iniziativa di Martini mi sembra ottima e condotta con grande serietà. Un'altra grande occasione dedicata al fantastico è Lucca Comics, ovviamente, ma si tratta di un contesto molto più ampio, che spazia tra argomenti diversi. Qui l'attenzione è concentrata sull'illustrazione. C'è il desiderio di parlarne con serietà e passione. So che Martini vorrebbe riuscire a far riconoscere all’illustrazione fantasy una dignità in Italia tende a mancare o a essere sottovalutata.
Tornando alle sue scelte artistiche, lei è particolarmente noto per le illustrazioni del mondo immaginifico di J.R.R.Tolkien. Come è nata questa relazione privilegiata con l'autore?
Un po' per caso, tramite l'incontro con la ICE, la casa editrice americana che – all'epoca – pubblicava il gioco di carte del Signore degli Anelli. Io realizzai le carte, e il resto è storia. Conosco importanti illustratori italiani di fantasy, splendidi artisti, che non si sono dedicati a Tolkien, mentre il mio nome è legato soprattutto a lui Tolkien a causa del successo ottenuto dal gioco. Addirittura, il gioco ha avuto successo in molti paesi esteri, Giappone incluso. Alcune delle carte in mio possesso sono in giapponese, così come mi è capitato di autografare carte scritte nelle lingue più curiose.
Deve essere lusinghiero vedere il proprio nome riconosciuto all’estero, in paesi e contesti tanto diversi.
Beh, è sempre lusinghiero ricevere carte da firmare dal Giappone, dal Sudamerica, dalla Finlandia, ecc. Abbastanza sorprendente, anche. Non ti aspetti che certe cose possano essere tanto universali.
In Italia il genere fantasy di solito è poco considerato. Crede che sia una situazione peculiare del nostro paese?
In Italia è considerato di serie B tanto la letteratura quanto le immagini fantastiche. Non è neanche il caso di essere troppo esterofili, in fondo, perché colleghi che lavorano con il mercato americano mi hanno detto che anche all’estero c’è la tentazione di sottovalutare il genere. Al di fuori della cerchia di appassionati del settore molti tendono a vederlo come il punto di ritrovo di ragazzini cresciuti.
Lei si divide tra la produzione artistica e l'insegnamento all'Istituto Europeo del Design. Quali sono le sue tecniche preferite come artista?
Tecniche miste, acrilico, olio, aerografo. In passato ho usato molto anche i pastelli colorati, mentre una delle evoluzioni stilistiche più recenti è l'uso del computer, un mezzo che comunque non uso spesso. La computer grafica è utile, ma secondo me va associata a un’abilità manuale altrettanto sviluppata.
Un mezzo da usare ma da non sopravvalutare?
Diciamo che il computer non deve essere una scusa per non imparare a disegnare alla vecchia maniera.
Ci può anticipare qualcosa dei sui progetti futuri?
Al momento sono un po’ in uno stand by a causa dell’ufficializzazione dell’iconografia tolkeniana. È una cosa di cui ho già detto in passato. A prescindere dalla qualità del risultato, la trilogia realizzata da Peter Jackson ha avuto la conseguenza di ufficializzare l'immaginario rappresentato nei film; così oggi Aragorn è Viggo Mortensen, Sam ha la faccia di Sean Astin, ecc… E questo è un gran peccato.
Perché è limitante nei confronti di tutti gli artisti che dipingono Tolkien?
Certo. Ne hanno giovato John Howe e Alan Lee, due splendidi artisti, ma tutti gli altri ci hanno perso. Angus McBride, grandissimo artista a cui anche io mi sono rifatto in passato, ora è molto poco noto e, di fatto, è stato sostituito dall’immaginario visuale creato da Alan Lee e John Howe. Potere del cinema.
In attesa di poter chiacchierare ancora di illustrazione e dintorni le facciamo i migliori auguri per Palazzuolo.
Grazie, sarà sicuramente una bella occasione.
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