Lo spunto per questo articolo nasce da una discussione iniziata nel forum di FantasyMagazine, che ci ha suggerito di elaborare commenti, orientamenti e tendenze del consumatore medio italiano filtrandoli poi in un'analisi compiuta i cui risultati vogliamo ora sottoporre a tutti i lettori della testata.

Si badi bene che non si sta parlando di materiale statistico, ma semplicemente delle impressioni più diffuse, raccolte da fruitori abituali del genere Fantastico. Si tratta di materiale che può invitare alla riflessione anche coloro cui è sfuggito il thread del forum e che magari non si sono mai posti la domanda. Si tratta di materiale che può indurre il lettore medio a orientarsi meglio sulle sue scelte librarie e soprattutto a conoscersi più a fondo.

Si tratta anche di materiale che può offrire allo scrittore preziose indicazioni sugli ingredienti che rendono un libro davvero ‘magico’. Si tratta infine di materiale che, in buona sostanza, può accrescere la conoscenza di questo genere e l’individuazione dei cardini su cui poggia quando è solido, o del materiale franoso che lo rende inconsistente.

Iniziamo allora questa disamina rivolgendoci anzitutto alle trame: i lettori richiedono che siano ben strutturate e che le premesse, lo svolgimento e le conclusioni siano coerenti fra loro. Desiderano che siano dense di mistero, emozionanti e mai scontate, specialmente nel finale, da sempre il momento più delicato di una storia assieme al suo inizio: il primo perché deve dimostrare al lettore il valore del viaggio mentale appena compiuto, il secondo perché deve riuscire a strappare il lettore dalla quotidianità e catapultarlo totalmente nel mondo secondario.

E’ gradito inoltre che le trame siano ricche di sentimenti umani e che offrano spunti di riflessione, purché non moralistici, sull’uomo e sul mondo.

Molto apprezzati sono anche elementi quali l’imprevedibilità, i colpi di scena serrati e gli scontri epici, purché la loro risoluzione non avvenga attraverso la scorciatoia del deus ex machina, uno dei difetti più aborriti nella percezione della maggioranza dei lettori.

Per quanto attiene ai personaggi, l’elemento più richiesto è la verosimiglianza, nel senso di caratteri con cui ci si possa identificare, anche se dotati di poteri straordinari che mai possiederemo. E’ necessario che abbiano profondità psicologica ed è gradito che ubbidiscano a valori come l’eroismo, il coraggio, il sacrificio, elementi che riecheggiano epoche passate di cui il nostro mondo moderno ha perso traccia e che, evidentemente, ingenerano nostalgia.

In particolare, gli eroi devono avere la medesima complessità degli esseri umani: quindi no allo ‘spaccamontagne’ solamente bello, intelligente, sicuro e invincibile, e semaforo verde invece alle contraddizioni e ai tormenti che fanno parte di tutti noi. Non solo perché così si facilita l’immedesimazione, ma anche, com’è intuibile, perché si tratta di uno dei propellenti per la creazione dei conflitti che si rifletteranno poi sull’andamento della trama.

Le ambientazioni, nel reame del Fantastico, richiedono un’attenzione particolare, più che in ogni altro genere: il lettore desidera che siano accurate e coerenti alle regole del mondo di cui fanno parte. Ne devono rivelare la bellezza, ma questa deve essere insolita - anche se si tratta solo di una trasfigurazione fantastica della nostra realtà - così da ingenerare quella ricercatissima sensazione che va sotto la definizione di ‘senso del meraviglioso’.

Il lettore anela infatti a osservare le cose attraverso un’ottica nuova, una sorta di lente con cui leggere il mondo da una prospettiva diversa rispetto alla propria, e tanto meglio se è così ammaliante da fargli provare addirittura il desiderio di vivere in quella dimensione.

Se l’autore ha ideato un linguaggio particolare per il suo mondo secondario, questo deve essere inusuale e creativo, ma i toni e gli stili devono risultare coerenti coi personaggi e le loro funzioni.

Come si vede, i lettori del Fantastico sono dunque, almeno in teoria, molto esigenti, visto che si tratta di caratteristiche non facili da conseguire, specialmente tutte assieme. Enumerandole, abbiamo scoperto forse l’acqua calda? Non lo crediamo, se si pensa a quanti pochi libri sul Fantastico possono fregiarsi di tutte le succitate qualità.

Forse, finora, non ci si era mai soffermati a pensare quanto carenti siano, sotto il profilo appena evidenziato, alcuni acclamati best seller appartenenti a questo genere, forse queste riflessioni serviranno a creare un pubblico più attento, per il futuro, a ciò che sceglie. E forse chi ha sempre trattato il genere con sufficienza, pensando ai soliti quattro clichè messi in croce, potrà rendersi conto di quanto sia impervia invece la strada dei ‘tessitori di sogni’ che si sforzano di dargli dignità. Una strada molto più impervia di quella dei colleghi mainstream o di qualsiasi altro genere.