E’ inconfutabile che il successo ottenuto da Peter Jackson con Il Signore degli Anelli non ha uguali nella storia del cinema.Quando venne annunciato che questo semisconosciuto neozelandese avrebbe realizzato la trasposizione cinematografica del famosissimo romanzo di J.R.R. Tolkien, molti scommisero che sarebbe stato un fallimento.
Invece, con buona pace dei detrattori, Jackson ha trionfato in maniera spettacolare e non solo perché, grazie al suo lavoro, il genere della fantasia epica ha conquistato rispetto e credibilità, ma anche per aver migliorato lo standard delle epopee di ampio respiro che hanno sempre rappresentato il pane quotidiano di Hollywood.
La migliore intuizione di Jackson è stata quella di comprendere che la chiave del successo per qualsiasi rifacimento della saga tolkieniana consiste nel far appassionare il pubblico alle vicende di ogni singolo personaggio facendolo restare, contemporaneamente, a bocca aperta per le meraviglie che scorrono sullo schermo e c’è riuscito, conquistando i cuori e le menti degli spettatori.
Anche gli effetti speciali utilizzati per Il Ritorno del Re sono sempre stati messi al servizio della storia per valorizzarne la tessitura emozionale, qualcosa che George Lucas e i fratelli Wachowski hanno perso di vista tanto tempo fa.
Dai suoi duelli che lasciano col fiato sospeso fino alla sua emozionante e commovente conclusione Il Ritorno del Re accontenta a ogni livello e gli appassionati avranno il riscontro emotivo che desideravano.
E’ ora che l’Academy dia un riconoscimento allo straordinario talento di Jackson.
L’organizzazione logistica da sola meriterebbe un premio: sette anni per la realizzazione, 13 mesi dedicati solo alle riprese, 9 unità di ripresa che giravano simultaneamente, rifacimenti annuali per migliorare e rifinire, la creazione in Nuova Zelanda, così lontano dagli studios hollywoodiani, di un proprio studio e di un’unità per gli effetti speciali, il tutto fa sembrare il lavoro di David Lean o di D.W. Griffith robetta da poco.
Il consenso è così unanime che l’Academy stava solo aspettando l’uscita de Il Ritorno del Re per conferire al regista il riconoscimento che merita; purtroppo nulla in cui essa è implicata è mai sicuro al cento per cento.
Sir Ian McKellen ha dichiarato, in un intervista, che se a Jackson non venisse conferito l’Oscar, il prossimo 29 febbraio, vorrebbe dire che l’Academy si macchierebbe addirittura di xenofobia, serrando i ranghi contro l’outsider neozelandese.
Ma gli addetti ai lavori sanno che il mondo intero sta aspettando pieno di speranza e, come Aragorn e Frodo, Peter Jackson è pronto a incontrare il suo destino.
4 commenti
Aggiungi un commentoquello che amo di più di PJ regista è come fa muovere le telecamere; continui movimenti circolari, e poi piani sequenza (si chiameranno così? Io non ne capisco molto...) lunghissimi...splendido!
I che? :
dunque, se ricordo bene credo siano le lunghe inquadrature che seguono l'azione senza stacchi.
Questa è l'ipotetica descrizione da profano, ma di certo qua dentro circola gente che ne sa più di me e può spiegarti con chiarezza cosa sono
Rimarrò in ansiosa attesa!
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