Clothar il Franco, ormai famoso con il soprannome di Lancillotto grazie alla sua abilità con la lancia, si reca in Bretagna per volontà di Artù. Il suo compito è quello di riportare la pace in una terra devastata dalla guerra. Ciò che troverà una volta giunto nei luoghi che gli hanno dato i natali, però, è una situazione molto più complicata di quello che si aspettava, con un regno privo di sovrano e orde di barbari pronte a devastare tutto.
Ristabilire l’ordine in quelle terre lo metterà a dura prova, e lo costringerà a compiere scelte difficilissime.
Si chiudono con questo Il sogno di Ginevra le Cronache di Camelot, opera dello scrittore scozzese Jack Whyte.
In realtà questo libro è solo la seconda metà del romanzo, poiché la casa editrice Piemme ha diviso in due parti The Eagle, nono e ultimo volume della saga. Operazione che aveva già compiuto con una parte delle opere precedenti, rendendo così la numerazione italiana notevolmente differente da quella di lingua inglese.
Ad aumentare la confusione contribuisce anche il fatto che nel corso del tempo i vari volumi sono stati pubblicati in cinque diverse collane. Come conseguenza di ciò, ogni tanto opere già edite da tempo in uno o più formati vengono riproposte nelle varie librerie come novità. Purtroppo però le copertine sono prive di indicazioni chiare relative alla sequenza corretta di lettura, aumentando così il rischio di sbagliare la sequenza.
Per maggiore chiarezza nella successione dei volumi elenchiamo qui i titoli italiani segnalando a quale romanzo corrispondono:
La pietra del cielo (The Skystone, 1992);
La spada che canta (The Singing Sword, 1993);
La stirpe dell’aquila (The Eagle’s Brood, 1994);
Il sogno di Merlino (The Saxon Shore, 1995);
Il forte sul fiume (The Sorcerer Part 1: The Fort at River’s Bend, 1997);
Il segno di Excalibur (The Sorcerer Part 2: Metamorphosis, 1997);
Le porte di Camelot (Uther, 2000, prima parte);
La donna di Avalon (Uther, 2000, seconda parte);
Il cavaliere di Artù (Clothar the Frank, 2003, prima parte);
Il marchio di Merlino (Clothar the Frank, 2003, seconda parte);
Il destino di Camelot (The Eagle, 2005, prima parte);
Il sogno di Ginevra (The Eagle, 2005, seconda parte).
Whyte, emigrato in Canada nel 1967, ha iniziato a progettare quelle che sarebbero diventate le Cronache di Camelot già verso la fine degli anni ‘70. Fra i suoi interessi vi erano la storia del V secolo d.C. e l’occupazione romana della Britannia, così come le leggende arturiane. Partendo da queste due passioni ha iniziato a svolgere una serie di ricerche per scoprire quale potesse essere la storia che ha dato origine al mito.
La pietra del cielo, primo romanzo del ciclo A Dream of Eagles, ha visto la luce tantissimi anni dopo, nel 1992. Quando, tre anni più tardi, l’autore ha venduto a Tom Doherty, della Tor and Forge Books, i diritti per la pubblicazione negli Stati Uniti, la serie è stata chiamata Camulod Chronicles, e con questo nome è diventata famosa nel resto del mondo.
Secondo le intenzioni dell’autore il ciclo avrebbe dovuto essere composto da cinque romanzi. The Sorcerer, però, era talmente lungo che lo stesso Whyte lo ha diviso in due volumi di 500 pagine ciascuno, intitolandole rispettivamente The Fort at River’s Bend e Metamorphosis.
Con questa poderosa opera il sogno originario delle prime Aquile, Caio Britannico e Publio Varro, diveniva realtà. Il nuovo re, colui che avrebbe forgiato il destino della sua terra, era stato finalmente incoronato.
Qualche tempo dopo sarebbe nata la leggenda.
Inizialmente Whyte intendeva fermarsi qui, poiché raccontare nuovamente la storia di Re Artù, già protagonista di innumerevoli versioni letterarie e cinematografiche, non lo attirava particolarmente. Anche se, con il procedere delle generazioni nelle Cronache di Camelot, i suoi personaggi erano divenuti qualcosa di totalmente diverso da quanto narrato dagli altri autori. E i lettori chiedevano di conoscere il seguito.
Un primo riavvicinamento ai personaggi, quindi, c’è stato con Uther.
Questo romanzo, pubblicato in Italia in due puntate con i titoli Le porte di Camelot e La donna di Avalon, segna però un passo indietro nella cronologia della storia.
In esso il protagonista è Uther, e le sue vicende sono contemporanee a quelle narrate in La stirpe dell’aquila, ma osservate da un altro punto di vista. Si spiegano così alcuni elementi che in un primo momento erano rimasti abbastanza misteriosi, e il quadro della vicenda si completa.
In seguito Whyte ha dedicato alla storia del regno di Artù una miniserie composta da due volumi e intitolata The Golden Eagle. Poiché in essa il protagonista è Lancillotto, l’editore italiano, Piemme, ha deciso di intitolare la nuova serie Io, Lancillotto.
Il primo volume, uscito in Canada con il titolo Clothar the Frank, è diventato negli altri paesi anglofoni The Lance Thrower.
In Italia il romanzo, diviso in due parti, è stato pubblicato con i titoli Il cavaliere di Artù e Il marchio di Merlino. Stesso destino per The Eagle, suddiviso in Il destino di Camelot e questo Il sogno di Ginevra.
La storia di Caio Britannico, Merlino, Artù, Lancillotto e di tutti i loro compagni si chiude qui, ma i viaggi nella Storia dello scrittore scozzese proseguono.
Nel 2006 è uscito Knights of the Black and White, primo volume di una trilogia dedicata ai templari. Il romanzo, tradotto con il titolo I custodi del codice sempre dall’editore Piemme, narra dell’origine dell’Ordine.
È di quest’anno Standard of Honor, ambientato nel momento di massimo fulgore dei Cavalieri del Tempio, e cioè durante la Terza crociata.
L’ultimo romanzo, Fall of Baphomet, che racconterà della soppressione dell’Ordine, è previsto per il prossimo anno.
Una volta terminata questa trilogia Whyte partirà subito con un nuovo progetto dedicato agli eroi scozzesi. Fra i suoi protagonisti ci saranno anche William Wallace, noto al grande pubblico per l’interpretazione che ne ha fatto Mel Gibson nel film Braveheart – Cuore impavido, e Robert Bruce.
Il sogno di Ginevra, di Jack Whyte (The Eagle, seconda parte, 2005, Piemme, pag. 403 – € 18,90)
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