“Noi viviamo in un mondo di fantasie e illusioni. Il nostro compito più arduo è trovare la realtà.” Iris Murdoch
«Attratto da una forza misteriosa, Danny Martine torna nel mondo di Estasia. A chiamarlo in aiuto è stato il Sigillo del Triadema, che lo proteggerà durante questo secondo viaggio avventuroso, tra misteri da sciogliere, enigmi da risolvere, mostri da sconfiggere e nuove emozioni da capire. Perché Danny sta per compiere quindici anni e il suo cuore scopre che c’è qualcosa – o sarebbe meglio dire qualcuno! – che può farlo battere velocissimo…»
«Piombato in una Estasia sconvolta dalla Setta delle Ombre, Danny potrà riportarla alla normalità solo ritrovando la Stele di Cromina. Questa volta, però, la situazione è più complicata: quasi tutti gli abitanti sono vittime di un sortilegio, Cathbad è lontano e della Regina non si sa più nulla. Nuovi compagni, insieme ad alcuni vecchi amici, lo aiuteranno a compiere la sua missione. Ma Danny dovrà affrontare da solo i momenti cruciali e, in questa Estasia sconvolta dal Male, riconoscerà molti problemi ed eccessi del nostro stesso mondo. Alla fine ogni nodo verrà al pettine, ma lui dovrà fare una scelta, la più difficile.»
La quarta di questo romanzo, così come è presentata, non rende piena giustizia alla complessità di Estasia – Il Sigillo del Triadema. In questo nuovo romanzo, seguito diretto di Estasia – Danny Martine e la Corona Incantata, troviamo più che “un viaggio avventuroso, tra misteri da sciogliere, enigmi da risolvere, mostri da sconfiggere e nuove emozioni da capire…”. E ci rendiamo conto che la vera impresa è riassumere in poche righe un volume che fa proprio dell’intreccio la colonna portante di tutta la storia.
Francesco Falconi, dopo aver speso tempo e fatica per creare un mondo complesso, sceglie la via coraggiosa di stravolgerlo e renderlo irriconoscibile, di cambiarlo al punto tale da farlo diventare “altro”.
Scordatevi l’Estasia del primo romanzo. Non cercatela tra le pagine del Sigillo del Triadema, non la troverete. I mostri oltremodo fiabeschi, i richiami a Ende, le avventure rocambolesche in ogni capitolo, anche alcune incertezze di un romanziere esordiente al suo primo volume, non ci sono qui. Il Sigillo del Triadema è retto da una buona struttura narrativa. La trama è il punto di forza del romanzo: precisa e avvincente. Quando un libro riesce a spiazzare il lettore e a incollarlo alle sue pagine, significa che ha colpito il suo immaginario raggiungendo l’obbiettivo prefissato.
Se il primo volume si perdeva in qualche ingenuità, dovuta anche alla primissima redazione di quel lavoro, e a un editing non proprio eccelso, qui ci troviamo di fronte al mondo di Estasia reimmaginato e reinventato da uno scrittore che sta tecnicamente crescendo. Ed è come vedere questo mondo per la prima volta. È metterlo in luce attraverso un prisma, che ne scompone l’immagine in tre entità. Ognuna con un suo perché, ognuna una con una sua essenza. Entità ben precise e individuali, vissute in modo diverso e apparentemente isolate, ma tutte legate da un’unica e imprevedibile trama che le ricondurrà a una sola natura.
Rosso.
Il Mondo dei Miti raccoglie forse più degli altri “l’eredità morale” del primo volume di Estasia. Alcuni dei temi sociali più forti vengono toccati qui (anche se non tutti, c’è da dirlo). L’ossessione per i miti dell’età moderna, per l’aspetto estetico e fisico, per la posizione sociale che ognuno di noi ricopre (o dovrebbe, o vorrebbe ricoprire), l’ossessione per un sapere sterile e fine a se stesso, sono raccontati qui con il solito sguardo disincantato di Falconi. Uno sguardo disincantato che con leggerezza e attraverso i comici interventi di alcuni protagonisti (tra cui ricorre l’aiuto di uno dei personaggi storici della saga, il simpatico lucertoloide Bolak), mette il punto sulle mancanze di una società che dei veri valori ha perso anche il ricordo.
L’avventura non manca. L’intreccio si fa da subito avvincente. L’autore riesce a dosare bene i momenti di riflessione e quelli avventurosi. La “spalla Bolak” si rivela ancora una volta utilissima al giovane Danny. È lo spunto per sdrammatizzare una situazione, per cavarsi d’impaccio, per osservare la realtà sotto un altro punto di vista. È il personaggio che permette all’autore di affrontare anche gli argomenti più spigolosi con un sorriso.
Verde.
Il Mondo del Crepuscolo Errante trattiene in sé il ricordo dell’Estasia avventurosa del primo volume. È un mondo più sfumato rispetto al precedente, più primitivo e selvaggio, vinto da un eterno crepuscolo. Un mondo di continui tramonti dove i Vampiri della Luce gettano terrore ovunque. È il mondo in cui Danny incontra Slicha, la coprotagonista femminile del Sigillo del Triadema. L’interesse dell’autore per questo personaggio è evidente, fin da subito. Lo si vede da come viene tratteggiata, dalla cura che le viene riservata.
Le qualità della giovane e avvenente guerriera, abile nell’uso delle fruste (ma non solo), vanno a equilibrare le mancanze di Danny Martine, il timido ragazzino della porta accanto. Il duo si segue piacevolmente nelle varie sfide e prove tutte da affrontare: fisiche, certo, ma soprattutto mentali. Sempre in questo mondo ritorna infatti il gusto per gli enigmi e i rebus che già avevamo incontrato nel primo volume di Estasia. Una serie di sfumati ritorni narrativi che legano questo romanzo al primo, seppur separandosene.
Blu.
Il Mondo della Parvenza ha in sé, infine, “l’eredità spirituale” del primo romanzo. E’ un mondo forse molto più simile, esteriormente, all’Estasia che conosciamo dal primo tomo: ma è lo spirito di questa Estasia a essere mutato a fondo, rendendola irriconoscibile. Il Dogma e
la Tavola delle Leggi, il folle delirio di divinità senza controllo e di una religione portata alle estreme conseguenze, fanno di questo mondo un altro pregevole affresco degli incubi odierni.
Tra vecchie e nuove conoscenze, qui emerge Coran, le cui peripezie già avevamo seguito nel primo romanzo. A capo della Resistenza, assieme a Danny si inoltrerà nei segreti di una religione distorta da una falsa verità, dove il bene assoluto è perseguito in modo tanto sterile e innaturale da renderlo un male. Non provare dolore, non provare rabbia, non provare invidia; non amare, non lavorare, non creare: la negazione di sé, il vuoto dell’anima.
Tre mondi complessi. Tre luoghi fuori dal comune. Una sola missione: ritrovare la stele di Cromina e quella di Lumina. Invertire il caos che ha diviso Estasia in tre realtà e ricondurre tutto alla normalità. Ed è proprio nel finale che emerge la complessità dell’intreccio di questo volume, inaspettato, inedito, con la scomparsa di uno dei suoi protagonisti (che ovviamente non vi riveliamo).
Stilisticamente Francesco Falconi sembra avviato verso un processo di crescita. Meno incertezze, meno tentennamenti. Una scrittura più fluida e meno aggettivata della precedente, anche se si intravede ancora un margine di affinamento. I capitoli sono piuttosto lunghi da affrontare, ma la suddivisione degli stessi in tre storie (le suddette: Rosso, Verde e Blu) permette comunque una lettura piacevole. È percepibile anche un editing migliore rispetto al primo volume di Estasia, ma ancora, volendo, migliorabile. Estasia, quasi per paradosso, nella sua “divisione” in tre mondi assume una forma propria, lontana dai limitanti cliché del primo romanzo.
Altra pecca, se vogliamo, è l’inserimento quasi casuale delle illustrazioni (di mano dell’abile Mario Labieni) all’interno del volume, la cui posizione non rispecchia in nessun modo l’evolversi degli eventi.
Infine, una domanda emerge prepotente dopo la lettura di questo volume. Perché se è vero che tanti misteri vengono svelati in modo definitivo, tanti altri vengono alla luce aprendo uno scenario oltremodo intrigante per il prossimo lavoro.
La domanda è: chi è il vero protagonista di questa serie? Forse Danny, col suo contrastato destino? O Slicha, un misto di forza e dolcezza? Forse Dispero, riemerso con prepotenza in questo romanzo? O Beltane, avvolta nei suoi tormentosi misteri? O chi altri? Forse la chiave di tutto sta in una frase che ritorna spesso nel volume, e che vogliamo citare direttamente da quest'ultimo. Forse la soluzione per interpretare il futuro di Estasia è qui:
Sono Paradiso nell’Inferno.
Sono Nemesi.»
3 commenti
Aggiungi un commentoUn ringraziamento a Fantasymagazine per la recensione.
Saluti e buona Pasqua,
Francesco
Sto leggendo Estasia 2 e fin dalle prime pagine ne ho ricavato alcune impressioni.
La prima riguarda lo stile, che è decisamente più maturo rispetto al primo volume.
Di La corona incantata ho apprezzato anche la decione di rispettare, nella prima parte, lo scritto originale, ma è nella seconda che ho incontrato l'espressione migliore dell'autore. Estasia 2 riparte da qui, e presenta un ulteriore passo in avanti.
Danny è cresciuto, è cresciuto anche l'Autore, le sfumature psicologiche sono delineate molto bene.
Ma, soprattutto, ancora una volta è il lettore a essere chiamato in causa. Ci sono arcani da svelare che vanno oltre alla semplice narrativa, la "favola" diventa ancora una volta occasione per chi legge di compiere un viaggio interiore.
Se nel primo volume erano presenti omaggi a La Storia Infinita, nel secondo sto trovando molto di più: l'eredità (nel senso più profondo) di Ende, in uno scritto originale e ricco di forza.
Grazie Antonia del commento. In effetti l'obiettivo era proprio quello di proporre una storia più complessa sia nella trama che nella psicologia dei personaggi, con un finale non troppo scontato.
Buona lettura!
Francesco
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