Molti conoscono la celebre fiaba di Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta nel 1836 e ambientata in un fascinoso regno acquatico in cui una sirena sacrifica il suo mondo la sua natura per un amore non ricambiato.
Tutti conoscono poi il cartone animato che la Disney ne trasse nel 1989, modificando la storia, originariamente tragica, nel solito lieto fine hollywoodiano che contraddistingue le sue produzioni.
Nell'estate 2007 un musical ispirato al cartone della Sirenetta ha iniziato alcune date di 'riscaldamento' in giro per gli Stati Uniti per un periodo di sei settimane, con il tutto esaurito in ogni città.
Lo sciopero degli sceneggiatori iniziato lo scorso novembre ha interrotto improvvisamente la tabella di marcia dello spettacolo e la decembrina apertura ufficiale originariamente progettata è così slittata al gennaio 2008.
Adesso, a qualche mese di distanza dal lancio ufficiale si iniziano a trarre i primi bilanci: mentre il pubblico sembra soddisfatto di questa produzione, premiandolo con un ottima affluenza, la critica è divisa, ma con una netta predominanza verso il rigetto.
Difficile, per noi all'esterno, valutare qualcosa che non si è visto, ma le immagini che arrivano dal solito youtube sembrerebbero invece smentire le lamentele, denotando belle scenografie, bei costumi (vistosi, sì, ma non dimentichiamo che non si tratta della collezione pret-a-portér di Coco Chanel: qui si stanno rappresentando animali antropomorfizzati tratti da un cartone per bambini, quindi invocare la sobrietà o il minimalismo, come sembrano fare alcuni recensori, è davvero ridicolo) e ottime qualità vocali, soprattutto della protagonista.
Va anche sottolineato come sia difficile rendere un'ambientazione acquatica... senza acqua, per ovvie e intuitive ragioni. A leggere invece qualche commento, si ha l'impressione che il critico di turno si attendesse di vedere uno show su modello circense, con improbabili uomini e donne rana che sguazzano in grandi vasche. Resterebbe da capire però, trattandosi di un musical, come avrebbero fatto a cantare...
La produzione ha fatto in realtà tutto ciò che era possibile per simulare un ambientazione sottomarina, come testimonia la seguente dichiarazione della regista: "Il set è molto trasparente, cattura la luce in maniera superba e la sua architettura suggerisce un mondo sott'acqua senza tuttavia trovarcisi effettivamente".
Pure la trovata di usare dei pattini a rotelle per simulare la fluidità dei movimenti dei pesci, anch'essa criticata da alcuni giornalisti, sembra una intelligente soluzione, che oltretutto va a ulteriore credito degli attori, visto che non tutti sono capaci di schettinare di per sé, e ancor meno persone sono capaci di farlo mentre recitano e cantano impaludate un costumi tutt'altro che comodi.
Leggendo alcuni commenti giornalistici si ha anche l'impressione che si voglia ricercare per forza, noiosamente, il pelo nell'uovo. Non si spiegano altrimenti gli illuminanti quesiti esistenziali che si pone, ad esempio, il critico di Variety, e che - ammessi e non concessi - nulla hanno a che vedere col musical in sé, ma semmai con la sceneggiatura del film d'animazione cui il musical si ispira.
Insomma, la proverbiale puzza sotto al naso dei velenosissimi critici di Broadway - che abbiamo imparato a temere persino noi Italiani attraverso le vecchie pellicole di Hollywood dove si raccontava la vita di impresari e star avventuratisi nel tempio del teatro più famoso al mondo - pare aver colpito ancora. La sensazione è che questi signori, con l'eccezione dell'inviato dell'Associated Press, bevano aceto mattino, mezzogiorno e sera.
Giudicate voi stessi leggendo qualche estratto dalla stampa statunitense:
"Ho adorato le scarpe. Ho odiato lo show. OK, ho esagerato. Le scarpe non mi sono piaciute poi così tanto. Ma i pattini a rotelle che permettono ai ballerini di simulare lo scivolare sull'acqua, forniscono solo remotamente elementi di grazia in quella musical-cantonata chiamata 'La Sirenetta di Disney'.
L'intera produzione è intrisa di quella splendente pacchianaggine che solo un bambino molto piccolo - o magari una drag queen amante del melenso - potrebbe trovare graziosa. Ora che ci penso, il motto di questo spettacolo potrebbe essere: Non puoi mai finire sul lastrico sottovalutando il gusto di quelli che sono in età prescolare".
- Ben Brantley, New York Times
"Non vedrete acqua. In effetti, non immaginerete nemmeno l'acqua - il che in una storia di pesci come questa, è uno sfortunato presagio... Dovevo continuare a ricordare a me stesso di prestare attenzione.
Le grandi fioriture sceniche e l'insipida narrazione non hanno mai infiammato la mia immaginazione, non mi hanno mai persuaso a pensare che attori che si aggirano su rotelle fossero davvero sirene o anguille malvage o qualche altra strana bestia acquatica".
- Jeremy McCarter, New York magazine
"Ci sono molte domande da considerare nella non interessante nuova versione teatrale della Sirenetta. Come possono un tritone e una piovra essere fratello e sorella?... Se la strega del mare è così potente, com'è che viene liquidata così facilmente?... E già che ci siamo, nessuno, in nessun momento, si preoccupa del fatto che il design per questo show sia così profondamente brutto?... In un musical che ha come pubblico primario i bambini, la chiarezza della rappresentazione è fondamentale. Ma... Spesso abbiamo bisogno di una spiegazione per sapere cosa stiamo osservando... Quel che è sorprendente è quanto di basso profilo siano qui i numeri più deliziosi del film. Il giocoso calipso di In fondo al mar e il gloriosamente romantico Baciala sono splendide canzoni ma [la regista Francesca] Zambello le ha entrambe mescolate in una rappresentazione caotica senza essere aiutata dalle per nulla interessanti coreografie di Stephen Mear".
- David Rooney, Variety
"Da qualche parte là fuori, nella schiuma increspata [...] i creatori lasciano che la bussola scivoli fuori rotta. Nella confusa produzione della regista Francesca Zambello — una palude di personaggi meccanici, nuove canzoni zuccherose e pezzi di scenografia gaudiosamente irrilevanti - tutto il calore e l'incanto del film riescono a dileguarsi. Il rigonfio show di due ore e mezza - un'ora più del film dell'89 - rappresenta un basso livello per il franchise Disney-on-Broadway... La Sirenetta finisce per dare la sensazione di essere un prodotto meno indicato per Broadway rispetto ad altre sfere di intrattenimento quali Disney on Ice".
— Peter Marks, Washington Post
"Con volgarità mozzafiato e fiducia egualmente mozzafiato, questa Sirenetta possiede una quasi calcolata mediocrità. Sotto tutto questo corredo barocco c'era un minuscolo musical di latta che si sforzava di prendere vita... Non c'è molto che possa dire del cast - tutti che nuotano controcorrente con una sorta di giocosa galanteria. Sierra Boggess era dolce abbastanza per impersonare la sirena spiaggiata; Sean Palmer non lo era abbastanza per lo sbiadito Principe Eric... Sherie Rene Scott, con una parrucca da Medusa e abbastanza tentacoli da fare invidia a una piovra, era una strega Ursula adeguatamente bastarda, anche se ha strabordato nella parte di drag-queen con lo strascico. E i clown - Eddie Korbich, Tituss Burgess (nella parte del granchio Sebastian), Jonathan Freeman e John Treacy Egan - hanno dato l'anima per la soddisfazione del pubblico. E, beh, penso sia tutto, come disse Shakespeare quando seppellì l'ultimo corpo in Amleto".
— Clive Barnes, New York Post
"Cercare di cantare e ballare indossando una coda. Più che difficoltoso. Eppure La Sirenetta nuota amabilmente attorno con allegra ed eleganza. Il musical, fatto galleggiare da una delle migliori colonne sonore Disney e da una nuova deliziosa primattrice, riesce con successo a fornire un godibile intrattenimento per famiglie. E, sì, le ambientazioni sono grandi ma lo è anche l'oceano".
— Michael Kuchwara Associated Press
Nonostante il vetriolo versato in abbondanza, come si vede, dalle più quotate testate nazionali, finché il pubblico continuerà a premiare lo show, le possibilità che questo sia esportato anche in altri Paesi, compreso il nostro, si fa più tangibile. E a quel punto potremo verificare coi nostri occhi se lo sforzo profuso in questo non facile adattamento è stato veramente meritevole.
Nel frattempo valutate da voi, con un assaggio attraverso due filmati tratti da You Tube: il primo è un collage delle canzoni In fondo al mar/La Sirenetta/La canzone di Ursula/Baciala
il secondo è l'intera canzone tema del film:
Al link a fondo pagina, alla voce Risorse in Rete, potete visionare inoltre una nutrita galleria di immagini tratte dal sito ufficiale.
Il musical è diretto da Francesca Zambello, al suo debutto in una produzione a Broadway, mentre le coreografie sono firmate da Stephen Mear, le scenografie da George Tsypin e i costumi da Tatiana Noginova.
Nel cast figurano Sierra Boggess, nel ruolo protagonista di Ariel, Sean Palmer nel ruolo del principe Eric, Norm Lewis nel ruolo di re Tritone, Sherie Rene Scott nel ruolo della strega Ursula e Titus Burgess nel ruolo del granchio Sebastian. Cody Hanford e J.J. Singleton ricoprono, a turno, il ruolo del pesciolino Flounder.
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