Per i lettori e gli appassionati di cinema italiani il nome di Karen Joy Fowler è legato al successo del best seller, approdato poi al cinema, Jane Austen Book Club.
In patria, invece, questa eclettica scrittrice dell'Indiana è un'apprezzata autrice di racconti e romanzi fantastici, nel senso più ampio del termine.
Classe 1950, la Fowler, che dalla nativa Bloomington si è trasferita in California dove ha conseguito la laurea in Scienze politiche all'Università di Palo Alto, ha fatto il suo ingresso sul mercato editoriale statunitense nel 1986 con la raccolta di racconti Artificial Things alla quale sono seguite altre antologie dal titolo: Peripheral Vision, Letters from Home e Black Glass, pubblicate tra il 1991 e il 1997.
Negli ultimi diciassette anni l'autrice, che ha sviluppato una certa predilezione per le storie implausibili, per l'universo femminile, le ambientazioni contemporanee e il tema dell'alienazione, ha pubblicato sei romanzi:
● Sarah Canary, complessa e misteriosa storia ambientata nei territori dello stato di Washington nel 1873, al tempo della costruzione della grande ferrovia;
● The Sweetheart Season, libro fantastico ambientato nel 1947 e incentrato su una squadra di baseball femminile del Minnesota;
● Sister Noon, ambientato nella San Francisco del 1890 in cui, intorno alle vicende di due donne e una bambina mentalmente disturbata, ben si fondono elementi di vita quotidiana, aspetti fantastici e gli stravolgimenti portati dal cambiamento di secolo;
● il già citato The Jane Austen Book Club, in cui protagonisti sono sei donne e uomini grandi estimatori delle opere della grande autrice pre-romantica inglese:
● Wit's End un fanta-thriller in cui i personaggi dei libri di una misteriosa scrittrice prendono vita per perseguitare la loro creatrice, pubblicato lo scorso mese dalla Putnam Adult.
La produzione non ricchissima della Fowler ha incontrato i favori del pubblico e della critica: Sarah Canary ha vinto il Commonwealth Award for best first novel, Sister Noon è stata finalista al premio della fondazione Pen/Faulkner. L'autrice è stata insignita del World Fantasy award per l'antologia Black Glass e del premio Nebula, premio assegnato dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America, per il racconto What I Didn’t See.
Karen Fowler è fresca vincitrice del suo secondo Nebula, ottenuto per Always, un racconto sul culto dell'immortalità ambientato a cavallo tra le due guerre mondiali in una cittadina immaginaria chiamata Always.
Protagonista della storia è una giovane, che per amore del suo ragazzo, si unisce a un culto che promette ai suoi membri l'immortalità.
La scrittrice ha dichiarato di aver tratto l'ispirazione per questo lavoro da due culti diffusi in California all'inizio del secolo e principalmente localizzati intorno a Oroville, nel nord California, e sulle montagne di Santa Cruz.
"Questo secondo culto era conosciuto con il nome di Holy City, e era guidata da William Riker. Avevo incontrato questa setta durante le ricerche per Wit's End e avevo raccolto molti dettagli coloriti che non avevo potuto usare. Holy City, però," ha precisato la Fowler, "sembra avere a che fare più con i soldi che non la religione: per molto tempo, infatti, è stato più un parco divertimenti con peep shows, un telescopio, uno zoo e una stazione radio."
2 commenti
Aggiungi un commentoScusate ma potete spiegarmi perché un'autrice così interessante non ha mai trovato un editore disposto a portare le sue opere in Italia? Secondo me è il solito scempio letterario: quello di autori molto fantasiosi su cui non scommette mai nessuno!
Me lo sono chiesta anche io.
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