Con un piano editoriale volto a presentare tutti e sette i volumi che compongono il romanzo fantasy di Fabrizio Valenza, l’editore L’Età dell’Acquario di Torino presenterà, a partire da novembre 2008, il primo volume della saga, Geshwa Olers e il viaggio nel Masso Verde, in un’edizione riveduta e ampliata rispetto alla versione presentata sul web. Il secondo volume, Geshwa Olers e la faida dei Logontras, vedrà la luce a distanza di pochi mesi, nel 2009.
Storia di Geshwa Olers è il racconto della vita di un ragazzo, Geshwa Olers per l’appunto, che si ritrova protagonista delle vicende storiche e politiche del Regno di Grodestà in cui vive.
Tutto ha inizio a causa di un pericoloso incantesimo scagliato sulla Palude di Sobis, ai piedi del Masso Verde, massiccio montuoso sul quale abita. L’incantesimo, dovuto a uno scontro tra maghi, sembra avvolgere con minacciose spirali di un fuoco ultraterreno l’antichissima Tir Demàr,
la Torre del Pianto. Dal viaggio che il padre di Geshwa decide di intraprendere per porre in salvo il figlio, parte tutta la vicenda che si snoderà per 13 anni, fino a quando Geshwa e il suo amico d’infanzia Nargolìan non diventeranno determinanti per il destino di salvezza del loro Regno.
I protagonisti si muovono in un mondo a cavallo tra il magico e il mitologico, costellato di creature e leggende tipicamente mediterranee e, nello specifico dei primi volumi, soprattutto italiane. Caratteristica di Storia di Geshwa Olers, infatti, è quella d’essere frutto di un accurato lavoro di ricerca dell’autore circa le leggende che popolano le nostre terre italiche, per creare storie originali e innovative da un punto di vista narrativo. Il volume in libreria da questo novembre mette in scena l’immaginario tipico della Lessinia, zona montuosa a nord di Verona: anguane, fade e orchi, scontri tra benandanti e ponti del diavolo costellano gli scenari del romanzo e il lettore ne riceve la sensazione di entrare in un mondo che, in qualche modo, già conosce.
Da un punto di vista prettamente editoriale, il progetto in cui investe l’editore Lindau (di cui L’Età dell’Acquario fa parte) è unico nel suo genere, dal momento che la realtà del fantasy italiano, pur essendo in piena espansione, è solo agli inizi. Un romanzo articolato in sette volumi non è certo consueto, nemmeno considerando che il fantasy è un genere in cui la serialità è quasi d’obbligo. Il romanzo di Fabrizio Valenza è da considerare come un corpo unico, una sola storia da leggere dall’inizio alla fine, lasciandosi acciuffare dalla sua magia e dal suo realismo.
L’autore fa parte di un gruppo di scrittori emergenti che stanno facendo del med-fantasy la loro bandiera. Cosa si intende per med-fantasy? È il fantasy di casa nostra, ispirato alle leggende del mediterraneo e, nello specifico di Fabrizio Valenza, Riccardo Coltri (altro autore veronese) e Antonia Romagnoli, tutti e tre esponenti di questo modo di narrare il fantastico, all’immaginario italiano. Al riguardo partirà da Firenze un ciclo di conferenze riguardanti il med-fantasy, tenute da questi autori. La prima data sarà il 14 settembre, al Teatro Sachall di Firenze.
14 commenti
Aggiungi un commentoArriveremmo a Geshwa Olers e L'infermiera dell'Ospizio, con cento volumi... riuscirà il nostro eroe a ritrovare la dentiera incantata?
... scusa, Fabrizio, ma mi è tornato in mente Ritorno al Futuro, quando si vede la locandina di Rocky
Effettivamente, Anto', in questi giorni grava una minaccia plumbea sulle teste degli Italiani... Dieci e più anni di Geshwa & Co.
Fabrizio
I miei complimenti, Fabrizio, per la publicazione. Peccato solo che Firenze non sia proprio a due passi da casa mia . Non è che per caso si può sperare in un altro incontro in Piemonte/Lombardia?
Ciao nano Okamis. Anche io fui nano...
Chissà, Firenze, Milano... vedremo che ci riserverà il futuro...
Fabrizio
Parlare di "moda" non è effettivamente il massimo, spero si sia capito lo stesso cosa intendevo dire. In passato, il fantasy scritto da italiani con ambientazione italiana, o basato su miti nostrani, era estremamente difficile da proporre, mi sembra sia più o meno accaduto anche con il genere horror, che era perennemente ambientato a New York. Quello che fa piacere è che oggi, invece, non è più una cosa impossibile (oddio, difficile lo è ancora un po', eh, intendiamoci).
Nessuno, ovviamente, ha i copyrights dei miti italici: nelle più svariate forme, il fantasy italiano esiste da decenni, dipende da che parte lo si guarda, se solo per l'ambientazione, per i miti citati... Per quanto riguarda da noi, forse in passato era perlopiù "regionale", anche se ovviamente non conosco tutto quello che è stato prodotto finora. Né so cos'hanno scritto nel "vicinato", ampliando ora il discorso al resto del Mediterraneo. In ogni caso, di questo tipo di storie non se ne sentiva parlare da un bel po' e ora è bello che si stiano diffondendo. Come già detto, non è la strada obbligatoria (alla fine, ognuno scriva quello che vuole, dài!), è solo una scelta che può essere interessante, "un'opportunità in più per arricchire l'immaginario fantasy", come ha detto Antonia.
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