A partire da lunedì 5 aprile approda finalmente su FOX la serie tv più raffinata degli ultimi anni, Six Feet Under, un’originale saga familiare nata dalla fantasia di Alan Ball (premio Oscar per la sceneggiatura di American Beauty). Giunta negli USA alla sua terza stagione, Six Feet Under ha ricevuto la nomination come migliore serie drammatica all’ultima edizione dei Golden Globe. La serie narra con lo stile della black comedy le vicende della famiglia Fisher, proprietaria di un’agenzia di onoranze funebri a Los Angeles. Il titolo della serie, che tradotto significa “Sei piedi sottoterra” indica la profondità (circa 180 cm) a cui vengono interrate le bare in America ed allude alla distanza simbolica che separa la vita dalla morte.
Ogni episodio inizia con la morte di una persona e termina con il suo funerale. Intorno al caro estinto di turno, si intrecciano i guai, gli amori, le crisi e le incomprensioni della famiglia Fisher, in una miscela di atmosfere gotiche e situazioni tipiche delle sit-com familiari.
La definizione del carattere dei protagonisti, alle prese con una professione così particolare, è inserita in uno scenario dell’assurdo e si colora di dirompente humour nero. Dialoghi frizzanti e flash back surreali disegnano l’immagine di una famiglia disfunzionale tratteggiata senza ombra di luoghi comuni. Le debolezze, le qualità, le inibizioni e le speranze, rendono fino in fondo credibile e straordinariamente autentica e viva la famiglia Fisher mentre si muove in compagnia della protagonista assoluta della serie: la morte.
Six Feet Under ha il pregio di affrontare in modo singolare e avvincente il tema difficile e tabù della morte come altri argomenti delicati come quelli della droga, dell’omosessualità o della religione. Ogni questione viene trattata con approccio critico mai superficiale o banale.
La serie inizia con la morte del patriarca Nathaniel Fisher (Richard Jenkins), che lascia la moglie Ruth (Frances Conroy, vincitrice del Golden Globe come migliore attrice drammatica per la sua interpretazione in Six Feet Under) e i tre figli Nate (Peter Krause), David (Michael C. Hall) e Claire (Lauren Ambrose) a gestire l’impresa di pompe funebri di famiglia.
Nonostante sia morto, Nathaniel, continua ad essere tra i protagonisti della serie grazie ai ricordi dei suoi cari. Rivive in frequenti flashback trasformandosi in nume familiare che elargisce conforto o si erge a specchio della coscienza di ogni membro del clan.
Nate è il primogenito, il personaggio in apparenza più freddo ed equilibrato. In seguito alla morte del padre si riavvicina alla famiglia, che aveva lasciato per trasferirsi a Seattle, e prende le redini dell’azienda mentre vive una storia d’amore tormentata e inquieta con Brenda Chenowith (Rachel Griffiths).
David è il figlio segretamente gay, che lavora da sempre nell’impresa di famiglia con dedizione e professionalità. Fervente religioso ha una relazione burrascosa ma intensa con un poliziotto di colore, Keith Charles (Mathew St. Patrick).
Ruth è la moglie, vedova frustrata ed afflitta che tenta di rifarsi una vita e di evitare i forti sensi di colpa, cominciati due anni prima della scomparsa del consorte, a causa di una relazione extraconiugale mai confessata.
Claire è la figlia più piccola, ribelle, testarda e tossicodipendente, vorrebbe fare l’artista e, incoraggiata da sua madre, si iscrive a una prestigiosa Accademia d’arte.
Intorno a loro si muovono tante figure minori, dal poliziotto “proudly gay” con cui David ha una tormentata relazione, alla compagna di Nate con la madre psichiatra e il fratello maniaco depressivo, fino a Federico (Freddy Rodriguez), il dipendente latino-americano dell’azienda, vero e proprio mago del restauro di cadaveri.
Acclamato da pubblico e critica negli USA e in Gran Bretagna, formidabile catalizzatore di premi e riconoscimenti, Six Feet Under sfoggia una colonna sonora da collezione che abbraccia Mozart e Puccini, Gloria Gaynor e Cher, i Lamb e P.J. Harvey, passando per Schubert e KC and Sunshine Band. Fra i diversi registi che si sono avvicendati sul set troviamo l’autore della serie Alan Ball che ha firmato l’episodio pilota, Alan Poul (produttore tra l’altro di Black Rain, Pioggia Sporca) l’attrice e regista, Premio Oscar, Kathy Bates (Titanic, Ombre e nebbia, Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, Misery non deve morire).
3 commenti
Aggiungi un commentoMercoledi' 24 marzo su Italia 1.
Davvero bello. I primi due episodi lasciano ben sperare...
é piaciuto anche a me, ha un buon equilibrio tra serietà e comicità.
poi le pubblicità di articoli per becchini mi hanno fatto morire
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