Ci hanno pensato per un po'. Ma era probabilmente inevitabile arrivare a questo punto. La Warner Bros, che detiene i diritti per la serie di film basati sulle avventure di Harry Potter scritte da J.K. Rowling, sta facendo causa ai produttori di un film indiano dal nome decisamente troppo simile: Hari Puttar, a Comedy of Terrors.
È evidente, per gli accusatori, che il film indiano stia sfruttando il titolo estremamente simile. La replica non si è fatta attendere dagli studi della Mirchi Movies Ltd, compagnia basata a Mumbay (città che i lettori conosceranno più facilmente con il vecchio nome di Bombay). L'Amministratore delegato, Munish Purii, afferma che il film era in produzione da diverso tempo e che la trama del film (una commedia) è completamente diversa, trattandosi della storia di un ragazzino indiano che si trasferisce in Inghilterra. A detta di altri esponenti coinvolti nella produzione, Hari è inoltre un nome molto comune in India, e Puttar significa semplicemente figlio.
Le giustificazioni sembrano un po' deboli, se pensiamo che la serie di film basate sulle avventure del giovanissimo mago è molto nota da anni in tutto il mondo, e il film indiano non può essere "in produzione" da così tanto. Inoltre proprio il fatto che il protagonista del film si trasferisce in Inghilterra potrebbe aver spinto i produttori a cercare volutamente l'assonanza con il britannico Harry Potter.
La storia, come spesso accade nei film indiani, mescola insieme più generi: fantascienza, fantastico, avventura, e probabilmente non mancheranno intermezzi cantati. La trama vede il padre di Hari trasferirsi in Inghilterra con la famiglia per lavorare su un chip segretissimo. Il chip verrà rubato, ma Hari e il amico immaginario Funton si daranno da fare per recuperarlo.
Che siano esagerate o meno, le preoccupazioni della Warner Bros per il titolo troppo simile non mancano certo di fondamento.
Il film di Hari Puttar uscirà il 12 settembre in India. Difficilmente lo vedremo in Italia, e certamente mai con questo titolo.
17 commenti
Aggiungi un commentoPersonalmente, penso che con la "difesa" copyright e trademark si è andati da diversi anni decisamente al di là del lecito.
Il fatto che esca un film con un titolo vagamente simile a Harry Potter non danneggia i proprietari del marchio Harry Potter, e non danneggia lo spettatore che in nessun caso può pensare di andare a vedere Harry Potter.
S*
perfettamente d'accordo. Da dove vogliamo cominciare, dalla vergogna USA che riscrive l'estensione del copyright sotto dittatura Disney? Dai deliri dei discografici di tutto il mondo? Dalle ns 'bellissime ' leggi su Internet? Dall'ultima sentenza recente che condanna un blogger siciliano x stampa clandestina? Qui gli è tutto da rifare (e non ricordo mai se è Bartali o Coppi che lo diceva ).
La proprietà intellettuale è diventata una roba assurda, e sarebbe davvero ora di trovare una ragionevole media fra gli atteggiamenti panzer delle major e la condivisione selvaggia di tutto e tutti propugnata dai ragazzini...
Ieri notte ho sognato che la Warner e la Rowling congiuntamente anziché perseguire Van der Ark per l'Enciclopedia, stavano perseguendo Marina per Harry Potter a test. :
Sarà una stupidaggine, ma, anche a freddo, se fossi Marina, in effetti tirerei un sospiro di sollievo per il fatto che la Rowling abbia deciso di scrivere l'Enciclopedia di Harry Potter e non il Quiz di Harry Potter...
Stanotte, spero di dormire senza fare sogni !
Non preoccuparti Incantatore: Harry Potter a Test non viola alcun diritto d'autore della Rowling o della Warner. Se ti è capitato sottomano avrai visto che è assolutamente paragonabile a un saggio-curiosario (e quindi nel pieno 'fair use') benché sotto peculiare forma di test (che essendo un semplice format grazie a Dio non è ancora proprietà di nessuno! ) , così come lo è ad es (benché con argomenti diversi dal mio) il libro di David Colbert, strutturato anziché a test a domande estese e risposte enciclopediche (dove enciclopedico non significa un semplice Lexicon ). Anzi, la Row ha detto che il libro di Colbert è il suo preferito.
E stai sicuro che avremmo già ricevuto loro notizie, in caso contrario
Piuttosto io vedo messe male parecchie Guide in commercio attualmente...
Ah, e c'è anche in giro un libro quiz in lingua che quello sì viola il copyright, perché son tutte domande canoniche come quelle che si trovano su Internet (le quali, per inciso, lucro o non lucro, a stretto rigor di legge violano altresì il copyright)
PS Però un po' gufetto lo sei, eh
Vabbè, vorrà dire che la prossima volta inizierò a scrivermi una saga, così farai sonni tranquilli Ma poi prentenderò in cambio che almeno tu la compri! E non meno di 10 copie!
Più probabile il toscano Bartali che l'alessandrino Coppi
Quanto al copyright, ormai rasentiamo il ridicolo da una parte e dall'altra. vogliamo parlare dei bollini siae sui supporti dei sistemi operativi open source?
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