Sono ormai ben ventiquattro le pubblicazioni in lingua italiana, originali o tradotte, interamente dedicate alla saga di Harry Potter e/o alla sua autrice J.K. Rowling (senza contare le ormai innumerevoli opere che se ne sono occupate incidentalmente).
Ma questo mese il catalogo nostrano si amplia di altri due titoli: uno sfornato da un colosso editoriale, Mondadori, il quale ha preferito rivolgersi alla traduzione di un'autrice francese, Isabelle Cani. L'altro da una ben più timida casa, il Melangolo, che sfoggia, però un catalogo saggistico agguerritissimo e che in questo frangente ha deciso di valorizzare un autore italiano, Simone Regazzoni.
Eccovi dunque i dettagli relativi alle due novità.
Isabelle Cani, Harry Potter o l'anti Peter Pan
Bruno Mondadori, Sintesi, pagg. 320, 20,00 euro
Perché questo clamoroso successo mondiale di Harry Potter? Si sarebbe tentati di evocare il piacere provato ad ogni età nel ritrovare la magia dell'infanzia, lontano, molto lontano dagli obblighi e dalla dura realtà del mondo attuale, o forse dell'età adulta. E se fosse il contrario? E se la stregoneria che disorienta e fa sognare fosse sottilmente denunciata come una tentazione dei nostri tempi? E se, al posto di celebrare l'infanzia, J.K. Rowling insegnasse ai suoi lettori grandi e piccini a staccarsene, ad uscirne definitivamente? Se suggerisse di "farla finita con la magia dell'infanzia"?
Il punto centrale del libro è questo: mentre Peter Pan è stato il campione e l'archetipo del rifiuto di diventare adulti, dell'apologià del mondo dell'infanzia e della sua magia, Harry Potter rappresenta l'uscita da questo mondo, l'accettazione dell'età adulta, il rifiuto della mitizzazione dell'infanzia e della magia. Sotto l'apparenza di un serial (il serial è la negazione del tempo) Harry Potter è un ciclo (il ciclo ha al centro il tempo che passa) che racconta di un progressivo disincanto.
L'autore. Isabelle Cani è laureata in letteratura comparata all'Università François Rabelais di Tours, insegna in classi preparatorie scientifiche a Clermont-Ferrand ed è docente del corso in letteratura per ragazzi all'Universita Blaise Pascal di Clermont-Ferrand). Collaboratrice del CRLMC, il centro di ricerche sulle Letterature Moderne e Contemporanee dell' Università Blaise Pascal di Clermont-Ferrand, è autrice di volumi saggistici quali Le Graal en question. Un mythe pour sortir de la modernité, Dervy, Parigi, 2005.
Simone Regazzoni, Harry Potter e la filosofia
Il Melangolo, pagg. 110, 10,00 euro
Un nuovo libro ispirato al maghetto più famoso del mondo per chi vuole provare a imparare la filosofia in modo divertente ma non banale. In polemica con Odifreddi, che ha accusato Harry Potter di distruggere la razionalità, l'autore dimostra come la saga nata dalla penna della Rowling sia uno straordinario banco di prova per riflettere in modo serio e piacevole sui grandi problemi di sempre: quelli della filosofia ma anche quelli con cui ci misuriamo quotidianamente.Che cos'è il male? Come si può vivere felici? Che cosa significa essere coraggiosi? Esiste la giustizia? La magia è solo superstizione? Qual è il rapporto tra magia e tecnologia? In una serie di agili capitoli che affrontano ciascuno un tema della saga, l'autore discute con Harry, Albus Silente, Hermione, ma anche con Platone, Nietzsche e Heidegger, i grandi temi della filosofia e dell'esistenza, dimostrando come Harry Potter aiuti a pensare molto più di quanto non faccia la matematica.
L'autore.Simone Regazzoni è coautore del volume La filosofia del dr. House, Ponte alle Grazie, 2007 e autore dei volumi La decostruzione del politico. Undici tesi su Derrida, il Melangolo, 2006; Nel nome di Chora. Da Derrida a Platone e al di là, il Melangolo, 2008.
Ulteriori informazioni:
Al link a fondo pagina, alla voce Risorse in Rete, potete leggere il prologo del libro, mentre qui sotto potete visionarne l'insolito... booktrailer.
12 commenti
Aggiungi un commentoParlavo simbolicamente... lascia perdere il fatto che è un mago di suo, ma forse la Rowling con i sette libri di HP vuole indicare un ragazzo che mostra tutte le fasi della normale crescita (batticuori adolescenziali, interesse per la politica,...) ma restando sempre attaccato al mondo magico a cui appartiene.
Più o meno questo intendevo, è metforica la cosa.
Ho letto il link che mi ha dato sybilla e ho già inquadrato il tipo... mi viene un brivido lungo la schiena.
Complimenti a Regazzoni, legerò il suo libro poichè c'è bisogno di testi che vadano contro a ipotesi come quelle di Odifreddi
vedi Okamis? Emblematico!
Tradotto: come possiamo produrre tanti bei soldatini in serie, coi loro bei bottoncini per telecomandargli il cervello? Mi sbagliavo, non è come il grafico Pritchard, è peggio! E dire che Odifreddi è della generazione di "fantasia al potere!" : Mi sembra l'equivalente matematico del Rialti.
Bene dedico a Odifreddi i due seguenti estratti da un grandissimo album:
"If the thought processes of an
individual can be permanently limited to the
point of strict conformity to an outside source
of thought the said individual need no longer
be considered as such. The enforcement of
order becomes possible for anybody with
enough power of control what is projected"
See?"
""Technician we want you to build a component
For each of our workers to be with them always
At all time watch closely so we can keep track of
Their actions their interests their morals their time out
Some musak to maim them some fear to contain them
Policy will judge them brute forces degrade them.
Practical behaviour the cleanser the saviour
A private vocation has no sense of nation
The maintenance of power can be fulfilling
Just as long as all the slaves are willing
So this is an order
We must curb thought disorder
With a miniature transmitter
We can pavlov the litter and train it to do as we
Tell it state surgeon the seed plant thought soon get
A new slant so tiny a dogma idea turn to quagmire
Thrum-humming transistor a brain wave insistor
Closed circuit hypnosis an inbuilt psychosis
Not one self expression deliberate surpression
A cycle to squeeze out anyone who we doubt
Will must be pliable to be reliable"
Tutto profetico, se si pensa che fu scritto nell'82 e poi si dà un'occhiata OGGI ai piu' popolari programmi televisivi e alla spazzatura bestseller spacciata per straordinaria nelle ns librerie... Non so voi ma io mi tengo ben stretti gli elfi e le scuole di magia. E magari anche un bel Sortilegio Scudo, casomai incrociassi sta gente...
Vorrei precisare che con quel mio intervento non volevo certo difendere Odifreddi. Volevo semplicemente dire che:
1) Nell'articolo sembrava di leggere le opinioni dell'autore dell'articolo medesimo, e non la quarta di copertina (e questo a causa dell'assenza di virgolette).
2) Sempre dalla quarta di copertina non si capiva bene quale fosse il pensiero di Odifreddi, in quanto quel suo commento (oltrettutto parafrasato sempre per via dell'assenza di virgolette) non era contestualizzato.
A tal proposito, in quale testo Odifreddi avrebbe detto questa scempiaggine? Mi piacerebbe leggere entrambi i testi (ovvero anche quello di Ragazzoni) prima di dare ragione piena all'uno o all'altro.
Credo sia sempre giusto tenere conto di una cosa: siamo nel campo del confronto di idee, e se cito Odifreddi per criticarlo, anche duramente, è perché in qualche modo credo importante confrontarmi con lui. Una delle cose che amo in "Harry Potter" è proprio lo spirito di questa apertura all'altro, anche quando le sue idee sono distantissime dalle mie. Io prima di citare Odifreddi gli ho scritto e gli ho detto (lui stesso potrà confermarlo): "Guardi io la criticherò duramente, perché non sono d'accordo su questo e questo, lei vuole confermare o chiarire quello che ha detto?". E lui gentilemente mi ha risposto, chiarito e precisato, e anche ringraziato quando il mio libro gli è arrivato. Se mi risponderà anche in maniera dura credo che il tutto non possa che essere positivo perché permette di aprire discussioni e nuove possibilità di lettura. Interromperei ogni discussione se, ad esempio, qualcuno proponesse di proibire alle biblioteche di acquistare "Harry Potter" o cose del genere (accadute negli Stati Uniti). Per il resto si fanno battaglie culturali ma nel rispetto di chi ha idee diverse. E vengo, come è mio dovere, alla fonte, che cito anche nel libro. Le parole di Odifreddi sono contenute in un'intervista a Repubblica del 3 agosto 2007.
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