Non vi sembri piaggeria o pubblicità. Non ci sta pagando nessuno. Vogliamo solo raccontarvi di altre chiacchierate, fugaci ed estemporanee, che abbiamo fatto andando in giro per gli stand di Lucca Games.
Quelli che attirano l'attenzione sono ovviamente i padiglioni delle grosse case editrici, ma attenzione e rispetto meritano i piccoli editori. La definizione di piccolo editore non è un demerito, solo una questione di organizzazione e di fatturato.
Se è vero che editori come Armenia, Nexus, Upper Deck, Wizard of Coast, Fantasy Flight sono dei colossi del settore, è anche vero che molte di queste compagnie sono nate in garage. Lo spirito che anima molti ideatori di giochi è quello di creare i giochi con i quali amerebbero divertirsi.
Una di queste editrici è la Wildboar Edizioni, mandata avanti con passione dall'infaticabile Luca Volpino, con il quale abbiamo scambiato fugacemente qualche parola durante il giro per gli stand.
Luca ci ha brevemente raccontato delle difficoltà dei piccoli editori nel difficile mondo dell'editoria di giochi. I problemi quotidiani di ogni editore sembrano moltiplicarsi in maniera inversamente proporzionale alle dimensioni. Nell'eterna lotta tra editore e stampatori per esempio, i piccoli sembrano perdenti. E capita quindi di trovarsi con meno copie, o nessuna, di un proprio titolo, proprio in un momento topico come la 4 giorni di Lucca per ritardi nella stampa.
Annunciare una novità per Lucca, predisporre la grafica dell'edizione speciale per il salone, e poi trovarsi uno stampatore che inopinatamente decide che non ce la può fare, vanifica il lavoro di tante notti insonni.
Luca, editore di titoli inconsueti nel panorama italiano e non solo, come Il gioco di ruolo di Eymerich, ideato da Jari Lanzoni, fortunato adattamento ludico della avventure dell'inquisitore creato da Valerio Evangelisti, ci ha anche illustrato le differenze tra il gioco di narrazione e i gdr tradizionali, come D&D. Nel gioco di narrazione, come per esempio, Covenant, gioco inglese tradotto da Coyote Press, presente tra i giochi proposti nello stand, lo scopo sostanziale è quello di narrare una storia. Pertanto è molto scrupoloso, da parte dei designer il lavoro di costruzione del background e dei personaggi, mentre la meccanica di gioco non è portata alla "vittoria" dei singoli personaggi, quanto alla buona riuscita del gioco stesso.
Lo stesso Jari Lanzoni, oltre a essere presente come autore di giochi, essendo egli istruttore di scherma, è stato impegnatisimo nelle dimostrazioni dei corsi di scherma antica della Sala d'Arme Achille Marozzo, esperienza consigliata a chi, con spirito ludico, vuole realizzare una esperienza immersiva nel mondo medievale.
2 commenti
Aggiungi un commentoC'è un grosso fraintendimento in questo articolo: "Covenant" è un gioco "narrativista," non di "narrazione." Dato che il narrativismo è una delle cosiddette "Creative Agenda" individuate dalla teoria ludica attuale, "Covenant" è un gioco di ruolo a tutti gli effetti, non "qualcosa di diverso."
Puoi spiegare la differenza?
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