Torna in libreria, per Mondadori, Franco Forte, direttore editoriale di Delos Books; autore di romanzi e sceneggiature per
la TV, e curatore di innumerevoli riviste e collane di narrativa. Con La compagnia della Morte (Mondadori, 2009), dà alle stampe un romanzo storico dal respiro propriamente epico e cavalleresco, facendoci immerge in vicende lontane nel tempo, ammantate di mistero e di leggenda, nella migliore tradizione dei grandi romanzi storici italiani. Per l’occasione, abbiamo rivolto a Franco Forte qualche domanda, trasforma tasti ben presto in una lunga chiacchierata sulla letteratura, sul fantasy e sull’editoria in genere che potete leggere con un click a questo link: La compagnia di Franco Forte.
La quarta di copertina. “Anno Domini 1176. Nelle campagne vicino a Legnano, i 900 uomini della Compagnia del Carroccio si oppongono all’avanzata dell’esercito del Sacro Romano Impero, guidato da Federico I il Barbarossa. La loro è l’ultima, strenua difesa prima che l’invasore germanico riesca a tracimare in Italia, per soffocare nel sangue il fremito d’indipendenza dei Comuni Padani, riunitisi nella Lega Lombarda dopo il giuramento di Pontida. Al comando della Compagnia del Carroccio c’è Rossano da Brescia, soldato di ventura e uomo d’onore che ha un conto in sospeso con il Barbarossa, che gli ha ucciso la moglie durante l’eccidio di Milano del 1162”.
“Da allora Milano e risorta, e insieme ad altri comuni padani ha dato vita
La Compagnia della Morte ha come simbolo e baluardo il Carroccio, un enorme carro su cui svettano le insegne della Lega, la Martinella, la campana che sprona gli uomini alla difesa dei loro diritti e del loro territorio, e il gonfalone con la croce papale. Ed è in onore di Papa Alessandro III che i Comuni Padani fondano Alessandria, una fortezza eretta per resistere all’avanzata del possente esercito imperiale. Sullo sfondo di questi anni eroici e terribili, degli scontri fra guelfi e ghibellini, fra il potere politico e quello spirituale che rischia di far ripiombare l’Italia nella barbarie, si muovono le vicende di Rossano da Brescia, alla ricerca della propria personale vendetta, e di Angelica Concesa, coraggiosa contessina disposta a tutto, anche ad armarsi lei stessa sotto le insegne del Carroccio, pur di restare accanto al suo amato Rossano”.
“Lo scontro finale avviene nelle campagne di Legnano. Rossano da Brescia, Alberto da Giussano e i valorosi cavalieri della Compagnia della Morte, oppongono una strenua resistenza all’avanzata dell’esercito imperiale, sacrificando le proprie vite in nome della libertà e dell’indipendenza padana. E’ il momento della verità, del sangue e dell’amore. Finché non si levano alti i rintocchi della Martinella, a proclamare la vittoria dell’esercito lombardo sull’usurpatore. Una storia di guerra, di battaglie e di morte, ma anche una sorprendente vicenda d’amore e la rivisitazione in chiave epica delle gesta di Alberto da Giussano e dei suoi Cavalieri della Morte, che riuscirono ad assestare un formidabile colpo alle schiere del Sacro Romano Impero”.
Per Mediaset è autore per le serie TV Distretto di Polizia e RIS: Delitti imperfetti, e ha scritto la sceneggiatura del film TV "Giulio Cesare". Come giornalista collabora con diverse importanti testate ed è direttore responsabile delle riviste "Writers Magazine Italia", "Robot", "Fiction TV".
Segnaliamo, infine, che il giorno giovedì 5 febbraio alle ore 21.15 l’autore presenterà La compagnia della Morte a Legnano, presso la Sala del Cenobio del Collegio dei Capitani e delle Contrade, all'interno del Castello Visconteo di Legnano. L'ingresso è libero.
11 commenti
Aggiungi un commentoMagari c'è scritto dov'è conservato il Carroccio
Poco cambia 300 o 900, visto che è assai probabile che Alberto e la Compagnia siano invenzione successiva.
Ciò non toglie che il libro mi ispira assai e che lo ordinerò.
Posso confermare che i cavalieri della Compagnia della Morte erano 900.
La confusione forse nasce dal fatto che i 300 erano gli uomini della Compagnia del Carroccio, cioè coloro che erano distaccati a difesa del Carroccio stesso. Da non confondere con i 900 uomini della Compagnia della Morte al cui comando c'era Alberto da Giussano.
Tutto questo è ben spiegato nel libro.
Spero di avere fatto chiarezza...
Ciao,
Franco Forte
Il libro lo sto leggendo e in effetti è tutto molto chiaro. Poi, sarà perchè all'inizio si parla delle montagne dove sono cresciuta e quindi il ricordo gioca la sua parte, ma trovo sorprendente la capacità di far vedere che emerge dalle pagine.
Ciao
Barbara
era un clone del precedente. scusate ops:
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