Salvatore Perillo
Un articolo uscito nel 2005
Il vento di Novembre
Racconto di Salvatore Perillo
venerdì 29 aprile 2005
Non è per niente facile, da vivi, ridere della morte. La ragione è nota: risiede nell’assoluta, dolorosa incertezza del dopo. E’ dunque un'irrimediabile ignoranza a spaventare piuttosto che la consapevolezza di una terribile condizione. Da qui l’atavico desiderio di ghermire il segreto dell’immortalità. Ma forse la risposta è già nell’enunciazione dell’enigma, e c’è chi, come Jorge Luis Borges, ne insinua il sospetto: “Essere immortale è cosa da poco, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte”.
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