83500 non è un anno ma il nome in codice di Melice Redding, detta Mel, detenuta nel braccio della morte per un crimine che neppure ricorda di aver commesso. Ad alleviare i suoi ultimi giorni prima della pena, solo la compagnia di Gabriel, una guardia carceraria per metà cyborg che per qualche motivo sembra aver preso a cuore le sue sorti.
L'unico ricordo del suo passato che non ha abbandonato Mel è quello di Sadie, la figlia che le è stata strappata subito dopo la nascita ormai dieci anni prima. Inaspettatamente, a Mel verrà data una seconda occasione: tornare indietro nel tempo e far ripartire le cose, dandole la possibilità di non commettere l'omicidio che le è valso la condanna a morte. Ma come fare per evitare un crimine che non si ricorda, senza avere alcuna idea dell'arma del delitto né, tanto meno, della vittima?
Il romanzo di Michela Monti 83500 cerca di rispondere a questa domanda, destreggiandosi tra distopia e fantascienza con la nonchalance di un episodio di Black Mirror in cui niente è come sembra. Uno dei pregi del romanzo è senza dubbio la sua scorrevolezza: ci si ritrova in breve ad aver letto più di metà libro senza quasi essersene accorti. Tuttavia, nonostante si tratti di una edizione con un nuovo editing, a cura di Triskell Edizioni, il romanzo non è esente da difetti.
Alcuni dialoghi risultano scontati e le interazioni tra i personaggi – umorali a dir poco – non sempre sono chiare: si passa da un tono scherzoso a uno arrabbiato con una facilità sin troppo estrema e l'abitudine della protagonista di chiamare "amore" il suo fidanzato finisce per diventare irritante ben prima della fine del libro.
Nonostante queste sbavature, 83500 risulta nel complesso una lettura gradevole nonché un territorio inesplorato per Triskell Edizioni, che speriamo dedichi spazio nel suo catalogo ad altri romanzi di questo genere.
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